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La cometa C/2020 F8 (SWAN) all’esame più difficile

Credit: JPL/NASA

In un precedente articolo avevamo accennato di come la cometa SWAN fosse a malapena visibile ad occhio nudo. A pochi giorni dal suo avvicinamento al Sole, l’astro chiomato conferma il suo stato di cometa abbastanza modesta.

C/2020 F8 non è una grande cometa; la sua visibilità è al momento relegata ad una breve apparizione nel cielo prima dell’alba, appena sopra l’orizzonte nord-orientale. Inoltre, la sua declinazione è molto bassa, per cui è facilmente ostacolata da monti, alberi, edifici e nubi. A seguito di un’esplosione di luminosità iniziale a fine Aprile, la cometa aveva illuso più di qualche osservatore, che attendeva una bella visione nel cielo notturno. Attualmente la sua magnitudine è stimata intorno alla sesta, appena sotto la soglia della visibilità ad occhio nudo. Tra 5 giorni questa vagabonda spaziale arriverà al suo giro di boa con la nostra stella, e da quel momento avremo più certezze in merito al suo futuro. Il Sole, con il suo intenso calore, potrebbe ri-energizzare l’astro strappandole parte del materiale ghiacciato di cui è composta, o potrebbe addirittura condannarla ad una frammentazione del nucleo. Come tante altre in precedenza.
Le comete sono oggetti fragili e possono spesso rompersi mentre si avvicinano al Sole. Un destino che ha segnato alla fine di aprile la tanto attesa cometa ATLAS, che si è disgregata in almeno 30 frammenti. La cometa SWAN sta ora entrando nella “zona pericolosa” e raggiungerà il suo punto più vicino al Sole il 27 maggio – quando il riscaldamento solare sarà al massimo “, spiega l’ESA.

Renato Sansone: Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it
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