Published On: Sab, Mag 23rd, 2020

Il ciclone Amphan e l’importanza delle previsioni meteorologiche

Le previsioni del ciclone tropicale Amphan si sono rivelate esatte e sono state alla base di una campagna di mobilitazione di successo. La sua intensificazione nella Baia del Bengala e il suo conseguente indebolimento prima del landfall tra India orientale e Bangladesh era stata ampiamente prevista, a tal punto da permettere l’evacuazione di oltre 3 milioni di persone. Evento che ha ampiamente limitato le vittime.

L’impatto di Amphan è avvenuto su aree densamente popolate come Calcutta, in un in un momento in cui le restrizioni dovute alla pandemia di COVID-19 complicano la gestione delle catastrofi.
Il ciclone ha causato gravi danni all’agricoltura, decine di vittime e ha lasciato senza casa almeno mezzo milione di persone, ma il bilancio senza un’esatta previsione sarebbe stato ben più disastroso. Lo dimostrano i cicloni tropicali del passato: la forza raggiunta da Amphan (superciclone di categoria 5 sulla scala Saffir-Simpson) in passato, avrebbe causato migliaia di vittime. Non a caso il ciclone Bhola del Novembre 1970 uccise almeno 300.000 persone nell’attuale Bangladesh.

Il Dipartimento meteorologico del Bangladesh per la prima volta ha presentato periodiche previsioni di mareggiate, grazie al lavoro svolto dal progetto di previsione delle inondazioni costiere dell’OMM finanziato da USAID. E il World Meteorological Center Beijing ha fornito prodotti di previsione meteorologica numerica ad alta risoluzione su richiesta dei dipartimenti meteorologici del Bangladesh.
La stagione dei cicloni tropicali nel Golfo del Bengala e nel Mar Arabico ha due picchi, a maggio e a novembre. La sfida è appena cominciata.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it