Published On: Sab, Lug 4th, 2020

I giganteschi tornado solari

Il movimento rotatorio è prevalente in natura: dai vortici nei fiumi alle turbolenze degli aerei, dai tornado ai cicloni. Nell’universo sono stati osservati vortici anche su altri pianeti, come le tempeste gioviane, nel disco di accrescimento delle stelle e nelle galassie a spirale. E nella cromosfera solare sono ormai noti i giganteschi tornado prodotti da campi magnetici vorticosi.

Massicci “tornado” che ruotano sulla superficie del Sole e che percorrono sino a 200.000 chilometri lungo un percorso a spirale con venti sino a 300.000 Km/h.

A differenza dei tornado della Terra che sono guidati dal vento, i tornado solari sono modellati dal potente campo magnetico della nostra stella. Essi si verificano spesso con violente esplosioni di plasma solare note come espulsioni di massa coronale, o CME. Le nubi di plasma e le particelle cariche che colpiscono il nostro campo magnetico possono causare interruzioni temporanee nei segnali GPS, nelle comunicazioni radio e dei black out alle reti elettriche. Causano inoltre le meravigliose aurore polari, protagoniste alle alte latitudini.

Le dimensioni dei tornado solari sono grandi come l’Europa e la loro origine è stata ricostruita grazie alla ricerca pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics e coordinata dall’Italia, con Mariarita Murabito, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e alla quale ha collaborato Marco Stangalini, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

I giganteschi turbini di gas ad altissima temperatura, che si estendono per migliaia di chilometri nell’atmosfera della nostra stella, durano alcune decine di minuti. Osservarli in dettaglio è stato possibile grazie allo strumento Ibis (Interferometric Bidimensional Spectrometer) dell’Inaf, installato presso il telescopio solare Dst (Dunn Solar Telescope) del New Mexico, negli Stati Uniti.

Le immagini raccolte hanno permesso di realizzare una tomografia tridimensionale dei campi magnetici che si attorcigliano all’interno dei tornado solari. Questi fenomeni, precisano gli esperti, connettono strati diversi dell’atmosfera della nostra stella, agendo da canali per il trasporto di energia verso le regioni più esterne.

Come i loro omonimi sulla Terra, infatti, trasportano massa ed energia in alto nell’atmosfera. Sono quindi attentamente studiati come canali energetici per spiegare lo straordinario riscaldamento della corona solare.
Il blocco principale dei tornado solari sono i campi magnetici aggrovigliati. Tuttavia, è notoriamente difficile misurare il campo magnetico nella cromosfera del sole. Ora, il lavoro presenta la prima osservazione diretta del campo magnetico cromosferico che ne rivela la natura magnetica.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it