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I fulmini: cinque miti da sfatare che possono salvarti la vita

Fulmini su New York

Ogni secondo sulla Terra si verificano oltre cento fulmini, mal’origine del fenomeno non è del tutto chiara. Sono state studiate varie cause che includono i parametri atmosferici (vento, umidità, attrito e pressione atmosferica), ma anche l’impatto di particelle provenienti dal vento solare e l’accumulo di particelle solari.

Non sono soltanto un fenomeno affascinante che ci ricorda la forza della natura, ma rappresentano un vero e proprio pericolo che miete circa 1000 vittime ogni anno.

Nonostante una miriade di domande ancora senza risposta, la scienza ne ha sapute fornire altrettante e, di conseguenza, sfatare alcuni miti. Eccone alcuni.

1° mito: un albero può fungere da riparo durante un temporale

E’ probabilmente quello la cui realtà delle cose è a conoscenza della stragrande maggioranza dei lettori. In una società dominata dai mass media, sono davvero in pochi a non sapere che un albero sia un posto da evitare per proteggersi dai fulmini. Eppure, c’è chi ancora li sfrutta per ripararsi dalla pioggia anche durante un temporale. Stare sotto un albero in questi frangenti, rappresenta il secondo posto più pericoloso dopo uno spazio aperto (peggio ancora se in mare). Tende, alberi, rifugi per pic-nic, non proteggono dai fulmini.

2° mito: toccare un corpo umano colpito da un fulmine rischia di fulminare anche te

Ovviamente è falso. Il corpo umano non immagazzina elettricità, per cui si può prestare il primo soccorso a una vittima di un fulmine e chiamare immediatamente i soccorsi. Si tratta di un mito importante da sfatare perché un soccorso immediato potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.

3° mito: se sei intrappolato all’aperto durante un temporale, accovacciarti ridurrà il rischio di essere colpito da un fulmine

Non è vero. Accovacciarsi non rende più sicura la situazione. Se dovessi trovarti all’aperto, durante una tempesta di fulmini, continua a muoverti verso un rifugio sicuro. Raggomitolarsi al suolo per evitare di fungere da antenna è un’ultima possibilità qualora sentissi un formicolio tra i capelli dovuto alla differenza di potenziale che viene a crearsi quando il fulmine decide di colpire. In tutti gli altri casi, meglio darsela a gambe levate.

4° mito: il fulmine non colpisce mai due volte uno stesso punto

In realtà il fulmine lo fa spesso, specie in presenza di un oggetto alto e isolato come un antenna o un traliccio. Ad esempio, l’Empire State Building viene colpito circa 25 volte all’anno. Ma un fulmine può colpire lo stesso punto anche a distanza di pochi attimi.

5° mito: i fulmini non possono colpire un’area se non piove e il cielo è sereno

Questo è uno dei miti più importanti da sfatare perché tanta gente, in ogni luogo del mondo, può trovarsi dinanzi a questa situazione. Specie nelle giornate di mare durante la calda stagione, quando andarsene rappresenta sempre un sacrificio. E’ abitudine di molti attendere in spiaggia che il temporale passi, o peggio, restare in acqua se il temporale è solo visibile ma sembra non interessare le proprie teste. In realtà, sentire un tuono è indice di un temporale relativamente vicino, tanto da rappresentare una minaccia immediata. Anche se il cielo sopra la propria testa è blu. Nei temporali orografici, ad esempio, l’incudine può allungarsi sino a 18 Km dal cumulonembo; in questi casi è possibile essere colpiti da un fulmine nonostante la distanza cospicua dalla nube.

Ad ogni modo, prima di pianificare una gita è sempre cosa giusta consultare le previsioni del tempo su siti di professionisti; e non pensarci due volte a modificare o rinviare in caso di previsioni del tempo avverse.

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Bibliografia: NOAA

 

Renato Sansone: Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it
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