Published On: Mar, Set 8th, 2020

8 Settembre 2003: l’alluvione nel tarantino occidentale

L’8 Settembre 2003, esattamente 17 anni fa, il tarantino occidentale dovette affrontare un grave episodio di maltempo che costò la vita a due persone: l’agente di commercio Cosimo Filiberto Fanelli, di Leporano e l’autotrasportatore Domenico Quarato di Noci. Grosse celle temporalesche si formarono intorno all’alba sul mar Ionio e a cominciare dal primo mattino la pioggia si fece incessante, causando un’onda di piena verso le 13:45 che riversò acqua e fango sul centro abitato di Palagiano. Ingentissimi furono i danni nel centro urbano, con numerose famiglie sfollate, altre rifugiate sui tetti delle abitazioni mentre l’intero comune rimase isolato per ore.

Numerosi i ponti crollati su strade statali, provinciali e comunali a causa della forza delle acque convogliate dalle gravine sparse sul territorio. I danni risultarono ingenti anche per il comparto agricolo e negli abitati di Castellaneta, Palagianello, Mottola, Massafra e Lido Azzurro. Sulla città di Castellaneta caddero ben 244.0 mm di pioggia (pari a poco meno della metà della pioggia che cade in un anno su Taranto), dove crollò una parete rocciosa sul ponte della gravina, ma stazioni private amatoriali registrarono quantitativi vicini ai 300 mm nei pressi di Mottola.

L’evento fu provocato da un fronte di aria fredda associato a una circolazione depressionaria, la cui forte avvezione di aria calda nei bassi strati davanti al fronte attivò la formazione di nubi a sviluppo verticale.

L’8 Settembre 2008, cinque anni dopo l’evento alluvionale, un’ondata di caldo intenso per il periodo interessò il Sud Italia, ed in particolare la Puglia e la Basilicata orientale. La pulsazione sub-tropicale risalì la Penisola con direttrice SW/NE e fu accompagnata da un aumento di geopotenziale oltre che dall’azione di aria calda di estrazione desertica. Altro elemento fondamentale per un’ulteriore amplificazione del caldo risultò essere la componente favonica che, in seno alle correnti mediamente sud-occidentali, interessò particolarmente il versante adriatico del meridione, posto sottovento alla dorsale appenninica.

Numerosi furono i record mensili e tra questi anche quello di Taranto (37.2°C, ancora oggi nemmeno eguagliato). Il picco più alto, escludendo le stazioni agrometeorologiche, venne registrato dalla stazione di rilevamento di San Giorgio, dove si sfiorarono i 39°C. Un evento notevole per il mese di Settembre.

8 Settembre 2017 – ancora una volta Taranto dovette fare i conti con un violento temporale che causò molteplici allagamenti a scantinati e sottopassi. Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco. Diversi furono gli alberi abbattuti. L’evento non fu paragonabile a quello del 2003, ma i pluviometri registrarono valori compresi tra 50-90 mm in un lasso di tempo molto limitato e in un’area molto circoscritta. Fortunatamente non si verificarono vittime.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it