Published On: Dom, Set 20th, 2020

Le radiazioni dei telefoni cellulari possono danneggiare gli insetti

Secondo uno studio tedesco presentato a Stoccarda, oltre ai pesticidi e alla perdita di habitat, la maggiore esposizione alle radiazioni elettromagnetiche “sta avendo un impatto negativo sul mondo degli insetti”.

L’analisi di 190 studi scientifici è stata effettuata dall’Unione tedesca per la conservazione della natura e della biodiversità (NABU) insieme a due ONG, una tedesca e una lussemburghese. Degli 83 studi ritenuti scientificamente rilevanti, 72 hanno dimostrato che le radiazioni hanno avuto un effetto negativo su api, vespe e mosche.

Questi effetti variavano da una ridotta capacità di navigazione a causa dei disturbi dei campi magnetici, ai danni al materiale genetico e alle larve.

I telefoni cellulari e le radiazioni Wi-Fi in particolare assorbono più ioni di calcio in alcune cellule. Questo può innescare una reazione biochimica a catena negli insetti – secondo lo studio – interrompendo i ritmi circadiani e danneggiando il sistema immunitario.

Lo studio mostra che dobbiamo tenere gli occhi aperti in tutte le direzioni quando si analizzano le cause del drammatico declino degli insetti“, ha detto Johannes Enssle, capo della NABU nello stato del Baden Wuerttemberg.

L’argomento è scomodo per molti di noi perché interferisce con le nostre abitudini quotidiane e ci sono potenti interessi economici dietro la tecnologia di comunicazione mobile“, ha detto Enssle.

Peter Hensinger dell’organizzazione tedesca per la protezione dei consumatori Diagnose Funk ha affermato che è necessario prestare maggiore attenzione ai possibili effetti negativi delle radiazioni sugli animali, in particolare per quanto riguarda l’introduzione della tecnologia 5G.

Si prevede che le reti dotate di 5G offrano velocità 100 volte superiori rispetto alle reti 4G esistenti, ma la tecnologia ha incontrato una forte opposizione da parte di alcuni ambienti.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it