Published On: Mer, Set 23rd, 2020

Un’aurora unica attorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

La missione Rosetta dell’ESA ha rivelato un’aurora unica nel suo genere attorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

Sulla Terra, le aurore si formano quando particelle cariche emesse dal Sole interagiscono con il campo magnetico del nostro pianeta e creano sfavillanti spettacoli di colori e luci nei cieli alle alte latitudini. Sebbene questi spettacoli di luce siano stati osservati su vari pianeti e lune del sistema solare, e intorno a una stella più distante, le osservazioni della missione dell’ESA a caccia di comete rivela ora emissioni uniche sulla cometa obiettivo della sonda spaziale.

Queste emissioni si creano quando particelle cariche scorrono dal Sole verso la cometa – un flusso conosciuto come vento solare – e interagiscono con il gas che circonda il gelido e polveroso nucleo della cometa.

Questi processi definiscono come l’involucro di gas (o chioma) intorno a 67P/C-G si anima – ossia, si accende di luce e colore – e come le particelle causa di questa animazione ricevono una spinta di energia e accelerano. L’aurora di 67P/C-G si presenta nella luce ultravioletta, come osservato nelle aurore marziane rilevate dalla missione Mars Express dell’ESA.

Le emissioni ultraviolette osservate da Rosetta sulla cometa 67P/C-G erano apparse in precedenza, e si pensava fossero dovute al fenomeno del ‘dayglow’, la luminosità diffusa del cielo diurno, un processo causato dalla particelle di luce solare (fotoni) che interagiscono con il gas della cometa. Questo studio, tuttavia, mostra come queste emissioni siano invece delle aurore: non sono determinate da fotoni ma da elettroni nel vento solare che sono stati accelerati nell’ambiente vicino alla cometa.

A scoprirlo un gruppo di ricercatori dell’Imperial College di Londra che hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla rivista Nature Astronomy.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it