Published On: Dom, Ott 18th, 2020

Terremoti e allineamenti planetari: da Bendandi alla scienza moderna

Le attuali conoscenze scientifiche sostengono che gli allineamenti planetari non hanno alcuna possibilità di generare un sisma. Ma prima di spiegarne i motivi è necessario capire cos’è un terremoto e quali sono le forze in gioco che lo determinano.

Il nome deriva dal latino ‘terrae motus (movimento della Terra), ed è un rapido scuotimento del suolo causato dalla fratturazione delle rocce sottoposte a sforzo; una perdita di equilibrio delle masse rocciose costituenti la parte più esterna della Terra. Le rocce costituenti la crosta terrestre se sottoposte a sforzi tenderanno a deformarsi accumulando energia. Questo processo di deformazione avviene in tempi lunghissimi e continua fino a quando l’energia accumulatasi per l’azione di questi sforzi supera il punto critico di resistenza delle rocce, per cui si ha la loro frattura.

Di solito queste rotture, ed i conseguenti spostamenti, si hanno lungo linee preferenziali chiamate faglie. Il punto preciso da cui si propaga il terremoto è detto ipocentro, mentre lo stesso punto, portato in verticale sulla superficie terrestre, si chiama epicentro. Da queste righe di premessa abbiamo quindi compreso che i terremoti sono fenomeni endogeni, ossia interni alla Terra. Non sono correlati agli agenti atmosferici, né si è mai rilevata una correlazione causa-effetto tra gli eventi tellurici e gli allineamenti planetari.

I SISMOGRAFI SULLA LUNA 

I corpi celesti che accompagnano il nostro pianeta nel cammino di tutti i giorni hanno un’influenza troppo poco evidente rispetto all’energia necessaria per scatenare un terremoto. Nonostante le dimensioni cospicue del nostro satellite naturale, i suoi effetti più evidenti si limitano alle variazioni mareali, che in alcune aree del Canada, possono raggiungere anche i 21 metri. Una delle prove più evidenti arriva dalle missioni Apollo, che sbarcarono alcuni sismografi sulla polverosa superficie lunare. Questi sismografi hanno funzionato per molti anni ottenendo risultati ben diversi da quelli posti sulla superficie terrestre.

Pur avendo registrato qualche migliaio di terremoti l’anno, si è visto che in media l’energia liberata da essi è molto bassa e non ha quasi mai superato il secondo grado della scala Richter. La spiegazione è da imputare all’assenza di moti crostali che impedisce lo sviluppo di terremoti di alta intensità. Se la Luna fosse in grado di generare eventi sismici sul nostro pianeta, la Terra, in virtù dell’enorme forza mareale esercitata sul nostro satellite, dovrebbe scatenarne di peggiori. Ma ciò non accade.

IL TERREMOTO IN EMILIA 

Nella notte del 20 Maggio 2012 l’Emilia Romagna fu scossa da un terremoto di magnitudo 5.9. I siti cospirazionisti provarono ad imputarne le cause all’eclissi anulare di Sole di qualche ora prima, suggerendo una possibile correlazione. In quel frangente, tuttavia, la Luna si trovava alla massima distanza dalla Terra, motivo per il quale si verificò l’eclissi anulare visibile oltreoceano. E quindi l’eventuale forza mareale era minima rispetto ad altri periodi.

Qualche giorno prima il mondo ammirò la superluna, termine comunemente utilizzato per definire il Perigeo Lunare. In quel frangente, al contrario, il nostro satellite si trovava alla minima distanza dalla Terra. Le forze mareali erano evidenti, eppure, nulla accadde. Un altro punto a sfavore della teoria dei terremoti planetari, è che le eclissi non sono visibili da tutto il globo, ma presentano un cono d’ombra. Teoricamente il sisma dovrebbe verificarsi proprio in prossimità di quest’area dove la forza risultante dovrebbe sovrapporsi, ma ciò, lo sappiamo bene, non accade.

Ed infine, gli eventi sismici si ripresentano a cadenza giornaliera, per cui la probabilità che un evento tellurico si verifichi proprio in concomitanza con un evento celeste è estremamente alta.
A dire il vero alcuni studi suggeriscono una possibile correlazione tra la Luna piena e un aumento dell’attività geologica. Uno studio di qualche anno fa potrebbe quantomeno aprire la strada verso fattori concatenanti. Gli scienziati hanno scoperto che l’attrazione gravitazionale del Sole e della Luna può provocare terremoti nelle profondità di una delle zone sismiche più pericolose del mondo: la Faglia di Sant’Andrea. Anche se l’attrazione degli oggetti planetari è troppo debole per innescare un terremoto in piena regola, i risultati suggeriscono che potrebbero mettere in moto una catena di eventi che porta allo scuotimento sulla superficie. Ma questo non implica che il nostro satellite da solo, possa scatenare terremoti. Quando la fase è appunto di luna piena, il sole, la Terra e la Luna si trovano più o meno lungo una linea nello spazio. In questi momenti la gravità del Sole e della Luna si rafforzano a vicenda. Ecco perché in questo contesto le differenze sulle maree sono più evidenti.

IL PARERE DELLA SCIENZA 

Dal punto di vista scientifico, la forza di gravità dipende dal valore delle masse in gioco ed è inversamente proporzionale al quadrato della distanza che separa i due corpi. Quando si verifica un allineamento planetario, come ad esempio l’allineamento tra il Sole, la Terra e la Luna, dovrebbero verificarsi delle debolissime modificazioni all’equilibrio gravitazionale dovute ad una sovrapposizione di forze. Altro punto mai dimostrato. Oggi siamo a conoscenza che lo stress mareale è inversamente proporzionale al cubo della distanza. Calcoli ormai appurati che la scienza conosce e che non può trascurare. La scienza divulga solo ciò che si può dimostrare, e non si arroga il diritto di sapere tutto. Ma è giusto scindere la realtà dalla finzione, le cose possibili da quelle impossibili, create solo ed esclusivamente per infondere panico generalizzato e predire catastrofi naturali anche nei fenomeni più belli che ci regala la natura.

RAFFAELE BENDANDI 

Quando si parla di terremoti associati ad origine cosmica non si può non citare Raffaele Bendandi, l’uomo che per gran parte della sua vita ha sostenuto questa teoria. Ma chi era costui?

Nacque a Faenza il 17 ottobre 1893 da una modesta famiglia di lavoratori: frequentò le scuole fino alle elementari, poi lavorò, per breve tempo, presso un orologiaio e successivamente imparò l’arte di intagliare il legno, arte che utilizzò per costruire giocattoli in legno tanto da farne il suo strumento di guadagno. Autodidatta, desideroso di migliorarsi, giorno dopo giorno, arricchì la sua biblioteca di testi che ancora oggi testimoniano il grande lavoro da lui svolto e l’interesse ad ampio raggio non solo per le scienze ma per la conoscenza in genere.

Bendandi fondava la sua sismologia su un’ipotesi fondamentale: il terremoto è causato dallo sforzo attrattivo dei pianeti sulla terra, quando a questo si somma l’influsso gravitazionale della luna e del sole. Oltre ai pianeti noti del sistema solare Bendandi giunse a stabilire in via deduttiva l’esistenza di altri quattro pianeti trans nettuniani che chiamò Rex, Dux, Roma, Italia e che poi visualizzò con il simbolo di I, II, III, IV nei suoi disegni sulle forze gravitazionali.
Già negli anni venti aveva allestito un Osservatorio “geodinamico” e costruiva sismografi, commercializzati soprattutto all’estero.
Bendandi inseguiva un sogno: riuscire a prevedere il verificarsi di quelle calamità naturali, spesso tragicamente disastrose, che sono i terremoti. Esiste, secondo Bendandi, una influenza solare predominante sulla salute degli organismi umani ed una spiccata influenza sulle cellule cerebrali degli esseri deboli, dei tarati che, in concomitanza di crisi cosmiche, diventano oltremodo pericolosi.
Morì a Faenza il 1 novembre 1979, al n.17 di via Manara, una traversa di Corso Garibaldi, dove oggi sorge la ‘Casa Museo Raffaele Bendandi’, nel centro storico faentino. Negli scaffali oltre mille libri, bollettini di diversi Osservatori mondiali, raccolte di giornali e ritagli. Materiale che, purtroppo, non ha permesso all’uomo di affermarsi in ambito accademico.

Le sue teorie oggi sono considerate prive di validità empirica e fondatezza teorica, ma per molti la sua figura sarà sempre ricordata come colui che prevedeva i terremoti.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it