Published On: Gio, Nov 12th, 2020

Dagli anelli degli alberi possibili indizi sulle ‘vicine’ esplosioni stellari

Gli anelli di accrescimento degli alberi sono menzionati varie volte quando si cerca di ricostruire il clima passato. Tuttavia, essi potrebbero anche conservare tracce delle massicce esplosioni di energia avvenute a migliaia di anni luce dalla Terra.

Una ricerca dell’Università del Colorado, pubblicata sull’International Journal of Astrobiology, esamina gli impatti delle supernove, alcuni degli eventi più violenti dell’universo. Possono rilasciare in pochi mesi l’energia che il Sole sprigiona nel corso della sua intera vita e, nel caso in cui l’evento fosse relativamente “vicino”, danneggiare lo strato protettivo di ozono che avvolge il nostro pianeta.

Quando i raggi cosmici bombardano l’atmosfera terrestre in modo costante, viene a formarsi il radiocarbonio, i cui picchi possono essere appunto osservati nel corso della vita delle piante. Gli scienziati hanno osservato che periodicamente questi picchi salgono a misure inspiegabili seguendo gli eventi terrestri, e che quindi risulterebbero spiegabili soltanto attraverso eventi celesti: dai brillamenti solari alle supernove appunto, una teoria forse prematuramente trascurata.
Dalle analisi è emerso che questi eventi avrebbero innescato almeno quattro interruzioni del clima negli ultimi 40.000 anni.

Per cercare di risolvere l’arcano, gli scienziati hanno analizzato un elenco di esplosioni stellari avvenute negli ultimi 40.000 anni, comparandole con i picchi osservati negli anelli. Con sorpresa i risultati hanno mostrato una correlazione tra le otto supernove più vicine, con aumenti di radiocarbonio fino al 3%. Naturalmente si tratta soltanto di indizi, dal momento che stimare l’esatta età delle esplosioni comporta un errore di stima di ben 1500 anni. Tuttavia, sono dati che incoraggiano i ricercatori ad approfondire le ricerche, soprattutto in relazione a quanto osservato recentemente su Betelgeuse.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it