Published On: Mar, Nov 24th, 2020

La Cina torna sulla Luna e dimostra grandi ambizioni per il futuro

Il razzo March-5 è decollato presso il Wenchang Space Launch Center di Wenchang, nella provincia di Hainan, nella Cina meridionale, dando il via ad un’ambiziosa missione che riporterà materiale lunare sulla Terra. Ma non solo; l’evento precede la costruzione di una futura stazione spaziale permanente e una missione che riporterà astronauti sul suolo lunare dopo mezzo secolo.

Tuttavia, la nazione ci tiene a precisare che i suoi obiettivi non concorrono con nessuno e che tutto il programma spaziale è incentrato solo sui propri obiettivi. In realtà, il piano cinese ha l’intento di conquistare la leadership globale nelle tecnologie chiave e il programma spaziale ne è stato una componente importante. È inoltre motivo di orgoglio nazionale aumentare la reputazione del Partito Comunista al potere.

Credit: NASA

Negli ultimi anni il piano spaziale può essere definito un vero successo. Dalla prima persona nello spazio del 2003, alle missioni con equipaggio, dal lancio di un laboratorio spaziale al posizionamento di un rover sul lato inesplorato della Luna. Ed ora la sonda Chang’e

L’attuale missione sul nostro satellite naturale prevede il prelievo di 2 Kg di campioni lunari, perforando il suolo per 2 metri; un evento che non accadeva dal 1976 e la cui capsula rientrerà in Mongolia a metà Dicembre.

Il programma spaziale cinese è però visto dal grande pubblico come una sorta di copia di quanto già fatto da Usa e Russia. Tuttavia, la Cina ora vanta una competenza sempre più sofisticata e dimostrata, ma soprattutto ha raggiunto gli obiettivi senza particolari aiuti, se non quello dell’Agenzia spaziale Europea (ESA) che fornito supporto per il monitoraggio delle missioni.

In fondo, anche altri paesi stanno seguendo la stessa strada. E’ l’unico modo per mettersi in corsa verso nuovi obiettivi.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it