Published On: Gio, Apr 1st, 2021

Il telescopio Chandra rileva i raggi X di Urano

Grazie al telescopio orbitale Chandra x-ray Observatory della Nasa, gli astronomi hanno rilevato per la prima volta i raggi X di Urano.

Era il lontano 2002 quando Chandra rilevò per la prima volta emissioni sul pianeta gassoso. A distanza di 15 anni poi, lo strumento ha rilevato veri e propri flare. Ciò dipenderebbe dalla diffusione della luce solare, così come accade per Giove e Saturno. Sul settimo pianeta del sistema solare è probabile che che gli anelli stessi producano raggi X, proprio come  quelli di Saturno.

Urano è circondato da particelle cariche come elettroni e protoni che entrando in collisione con gli anelli potrebbero farli brillare ai raggi X. Un’altra possibilità è che almeno alcuni di essi provengano dalle aurore, un fenomeno che è stato precedentemente osservato su questo pianeta ad altre lunghezze d’onda.

Rappresentazione grafica di Urano e dei suoi anelli

Le aurore polari sono state viste su diversi pianeti del Sistema Solare. Sulla Terra si verificano quando le particelle ad alta energia interagiscono con l’atmosfera viaggiando lungo le linee del campo magnetico fino ai poli.

Urano ha due serie di anelli attorno al suo equatore. Il pianeta, che ha quattro volte il diametro della Terra, ruota su un lato, rendendolo diverso da tutti gli altri pianeti del sistema solare. Mentre l’asse di rotazione degli altri pianeti è quasi perpendicolare al piano dell’orbita, l’asse di rotazione di Urano è quasi parallelo al suo percorso intorno al Sole. Inoltre, il suo campo magnetico è disposto diversamente rispetto alla sua inclinazione, per cui le aurore potrebbero risultare insolitamente complesse e variabili.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it