Published On: Lun, Dic 12th, 2022

Le onde anomale, dalle testimonianze alla ricerca strumentale

Le testimonianze che si sono susseguite per più di un secolo nella tradizione della pesca e della navigazione le raccontanto come veri e propri “muri d’acqua”. Sono le onde anomale, il fenomeno con cui annualmente sono costrette a fare i conti navi da crociera, mercantili, piattaforme petrolifere e aree costiere. Una manifestazione all’apparenza rara, ma della quale oggi conosciamo la frequenza: in un catalogo conservato sul sito web dell’Istituto di fisica applicata dell’Accademia russa delle scienze, sono riportati circa 432 incidenti a livello internazionale tra il 2005 e il 2021

LE ONDE ANOMALE

Le onde anomale sono onde spinte dal vento. Esse si formano quando più flutti provenienti da direzioni diverse si incontrano ad un certo punto casualmente. A volte sono generate da marosi che si muovono con correnti opposte, come nella Corrente del Golfo nel Nord Atlantico e al largo della costa del Sud Africa, altre volte si generano da una singola onda o da una serie di tre o quattro.

Un’onda anomala al largo di Sydney

Per essere definita tale dev’essere 2,2 volte più alta delle onde che la circondano: pertanto, se l’altezza significativa dell’onda è di 1,8 metri, un’onda anomala deve misurare almeno 4 metri. Anche se, è bene dirlo, si sono verificate situazioni dove cavalloni con una proporzione inferiore (1,9 volte) abbiano già causato danni significativi. Si stima che quelle alte fino a due volte l’altezza significativa si verifichino circa ogni 3.000 onde marine e che un’onda anomala vera e propria si verifichi ogni 15.000 onde marine.

ONDE ANOMALE E TSUNAMI

Uno tsunami è un’onda molto lunga di origine sismica, generata da terremoti, vulcani, frane ed eventuali impatti di corpi rocciosi spaziali, che a differenza delle onde superficiali, smuovono l’intera colonna d’acqua.

Rappresentazione grafica di uno tsunami. Credit: Daria Sokol / MIPT Press Office

Nell’oceano aperto gli tsunami hanno piccole altezze, ma in acque poco profonde e più vicine alla costa l’altezza può aumentare drasticamente. A differenza delle onde eoliche, capaci di innalzarsi sino a decine di metri anche in pieno Oceano.

Le onde anomale, come detto, sono generate dal vento e sono onde più corte. Tuttavia, sebbene si verifichino spesso in mare aperto e durante le condizioni di tempesta, sono state viste anche nelle acque costiere.

IL RUOLO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Alcune ricerche hanno suggerito che le temperature più elevate dei mari stanno contribuendo a generare onde più alte in alcune regioni. L’anno scorso l’IPCC ha concluso con “elevata fiducia” che si prevede che le altezze delle onde significative aumenteranno attraverso l’Oceano Antartico e il Pacifico orientale tropicale e diminuiranno su gran parte dell’Atlantico e del Mar Mediterraneo. Si prevede, inoltre, che l’altezza aumenterà nell’Oceano Artico a causa della riduzione del ghiaccio marino.

LA PRIMA ONDA ANOMALA REGISTRATA DAGLI STRUMENTI

C’è ancora tanto da apprendere sulle onde anomale, anche perché esse sono state confermate dalla scienza oceanografica solo negli ultimi 30 anni.
La prima conferma tecnica di un’onda anomala avvenne soltanto nel 1995 durante una tempesta di Capodanno. Un’onda estremamente grande colpì la piattaforma Draupner Oil rig al largo della Norvegia, nel Mare del NordL’equipaggio non si rese conto di essere stato colpito da un’onda anomala finché non scoprì che le impalcature erette sotto il ponte erano state spazzate via dai marosi. Un sensore laser registrò l’onda di 25 metri, circa l’altezza di un edificio di 8 piani. Oggi satelliti, radar e sensori sul fondo oceanico aiutano a raccogliere dati cruciali, ma poiché le onde sono imprevedibili, sono difficili da studiare.
L’onda anomala più estrema rispetto all’altezza significativa si verificò invece al largo dell’isola di Vancouver, nella Columbia Britannica, nel novembre 2020.
I dati della boa scoprirono che la cresta misurava 17,5 metri, quasi tre volte più alta delle onde circostanti.

INCIDENTI FAMIGERATI PROBABILMENTE CAUSATI DA ONDE ANOMALE

Tra le storie di onde anomale raccontate dai marinai ci sono due disastri marittimi commemorati in film e canzoni:

  • Il thriller di George Clooney, “A Perfect Storm“, è basato sulla scomparsa del peschereccio Andrea Gail durante un nor’easter che assorbiva un uragano al largo della Nuova Scozia nel 1991. Sei uomini risultarono dispersi. I funzionari canadesi riferirono che le boe nell’area registrarono onde di picco superiori a 18 metri.
  • La ballata di Gordon Lightfoot del 1975 “The Wreck of the Edmund Fitzgerald” fu scritta dopo che il mercantile affondò senza un segnale di soccorso nel Lago Superiore durante una tempesta il 10 novembre 1975, uccidendo 29 membri dell’equipaggio.
  • Nel 1942, la Queen Mary fu colpita da un muro d’acqua di 23 metri mentre trasportava 15.000 truppe statunitensi in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale. Fu uno dei cinque incidenti simili lungo il percorso tra il 1924 e il 1966.
  • Nell’agosto 1905, 20 dei 22 membri dell’equipaggio morirono quando il piroscafo Peconic affondò al largo della costa della Georgia.
  • Cento anni dopo, la nave da crociera Norwegian Dawn, con 3.700 passeggeri ed equipaggio, era diretta a New York quando fu colpita da una serie di tre onde, di cui almeno una stimata a 20 metri, durante una tempesta al largo della Georgia/Costa della Carolina del Sud. La forza dell’acqua strappò i supporti delle rotaie in alluminio e le ringhiere dei balconi. La nave deviò la rotta verso la Carolina del Sud e il capitano riferì alla gente che non aveva mai visto niente del genere.
  • Il 3 luglio 1992, un’onda stimata a un’altezza di 5 metri, colpì Daytona Beach intorno alle 22:30, ferendo 20 persone. Un vacanziere lo descrisse come un “enorme muro di acqua bianca”.

I ricercatori sono particolarmente interessati a risolvere i misteri che circondano le onde anomale, sperando di poter fornire allerte tempestive in modo che le compagnie di navigazione possano evitare le aree in cui le condizioni pericolose aumentano il rischio. La ricerca continua. 

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it