Published On: Dom, Mar 26th, 2023

Il terremoto di magnitudo 5.6 in Canada è stato indotto dall’azione antropica

Il 30 Novembre 2022 un terremoto di magnitudo 5.6 ha scosso la remota regione del Peace River, nello stato dell’Alberta. L’evento è stato avvertito ad oltre 600 chilometri dall’epicentro ed ha rappresentato uno dei più forti sismi mai registrati nello stato canadese. Dopo una prima ricostruzione che l’ha descritto come un evento tettonico naturale, una nuova rigorosa analisi dei geofisici della Stanford University suggerisce che il sisma sarebbe stato indotto dalle attività dello smaltimento delle acque reflue nel sottosuolo.

IL FRACKING

Le attività antropiche

Gli scienziati hanno a lungo collegato i terremoti al fracking e alle attività dell’industria petrolifera in genere, ma il nuovo studio pubblicato su Geophysical Research Letters è il primo a mettere in relazione un terremoto così grande all’estrazione delle sabbie bituminoseIl motivo per cui i ricercatori si sono soffermati su quell’evento è l’atipicità del luogo, fortunatamente quasi disabitato. E’ importante sottolineare che un tale tremore in un’area densamente popolata avrebbe potuto causare danni considerevoli a persone e cose.

UN APPROCCIO COLLAUDATO

Per valutare le origini del terremoto, il team della Stanford ha utilizzato un approccio collaudato che considera i dettagli e il contesto degli eventi sismici, tra cui posizione, profondità, tempistica, storia regionale dei terremoti e registrazioni dell’attività industriale.

Le operazioni nell’area si concentrano sull’estrazione di una forma di petrolio densa, nera e appiccicosa, nota come bitumePer mobilitare la sostanza simile al catrame per un più facile pompaggio in superficie, i lavoratori iniettano enormi quantità di acqua calda o solventi nel sottosuolo, dove possono mescolarsi con metalli pesanti, idrocarburi e sostanze chimiche nocive. 

Da quando negli anni ’80 sono iniziate le operazioni di recupero del bitume nell’area di studio, circa 40.000 piscine olimpioniche, o 100 milioni di metri cubi, di acque reflue sono state iniettate nel sottosuolo.

OSSERVAZIONI SATELLITARI

Le osservazioni satellitari hanno mostrato un sollevamento di 3,4 centimetri nel terreno al momento del terremoto di novembre. Questo cambiamento di elevazione si è rivelato coerente con il movimento sismico lungo una linea di faglia precedentemente non documentata, una frattura tra giganteschi blocchi di roccia nel sottosuolo dove si verificano la maggior parte dei terremoti. Secondo lo studio, l’elevato volume di acque reflue smaltite ha aumentato la pressione dell’acqua sulla faglia, indebolendola e rendendola soggetta allo slittamento.

ESPANDERE LA PRODUZIONE ?!?!

Ora, il governo e l’industria mirano ad espandere la produzione di idrogeno e la cattura e lo stoccaggio del carbonio nei prossimi anni, continuando allo stesso tempo lo smaltimento delle acque reflue delle sabbie bituminose.
Un approccio proposto per produrre idrogeno prevede la scissione del gas naturale in idrogeno e anidride carbonica, quindi la cattura dell’anidride carbonica e la sua compressione in un fluido supercritico per lo stoccaggio a lungo termine. Attività estremamente pericolose.
Nel frattempo, tre nuovi terremoti leggermente più piccoli hanno ricolpito la stessa area il 16 marzo, a circa 1,5 chilometri dal grande terremoto dell’anno scorso.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it