Le nubi nottilucenti: cosa sono e quando vederle

Mrvin Haselbach Pixabay

Le nubi nottilucenti sono come una lampadina geofisica che si accende ogni anno a primavera inoltrata, raggiungendo il picco massimo di visibilità per 5-12 giorni. Rappresentano le nubi più alte della Terra e furono osservate per la prima volta alla fine dell’800, subito dopo l’eruzione del vulcano Krakatoa.

Sin dal 1885 nessuno sapeva come si originassero, tuttavia, qualche anno fa è stato suggerito che queste nubi dal classico colore blu elettrico fossero generate dalla polvere meteoritica. Esse si formano ai margini dello spazio, sino a 85 chilometri sopra le regioni polari, in quella regione definita come Mesosfera, e la loro presenza è correlata con i minimi solari. Si rendono generalmente visibili dal 15 al 27 Maggio tra i 50° e i 70° di latitudine nord e sud, anche se la loro frequenza è molto più alta nei pressi di latitudini più elevate.
Sono composte in realtà da minuscoli cristalli di ghiaccio che brillano dopo il crepuscolo di un blu elettrico quando attraversate dalla luce solare. In particolare si formano quando i frammenti di vapore acqueo estivo si innalzano fino alla mesosfera, permettendo all’acqua di cristallizzarsi attorno a nubi detritiche originate dai meteoroidi.

L’estate scorsa ha rappresentato uno dei periodi più favorevoli di sempre. Normalmente confinata alle regioni polari, la visione delle nuvole blu si è diffusa fino a sud di Las Vegas, del Nevada e di Los Angeles, battendo i vecchi record riguardanti la visibilità a basse latitudini. Proprio nel giorno del solstizio d’estate 2019, queste rare nubi nottilucenti si sono rese visibili anche su Parigi.

Ora i ricercatori si chiedono cosa avverrà tra qualche giorno. Per cercare di risolvere il quesito Lynn Harvey del Laboratory for Atmospher and Space Physics dell’Università del Colorado, ha esaminato i dati del Microwawe Limb Sounder della NASA. Dal momento che le nubi nottilucenti prosperano quando la mesosfera è fredda e umida, egli ha esaminato i dati di umidità relativa e temperatura degli ultimi 14 anni, 2020 compreso; i risultati mostrano condizioni medie rispetto agli anni precedenti, suggerendo che le apparizioni del 2020 si limiteranno ad una stagione normale. Anche se nessuno potrà stilare previsioni certe, sembra che i prossimi giorni non rifletteranno quelli della scorsa estate. Le prime apparizioni dovrebbero avvenire tra un paio di settimane.

Renato Sansone: Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it
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