Zanzare, da insetti letali ad arma contro le malattie tropicali?
Nei prossimi anni 750 milioni di zanzare geneticamente modificate verranno rilasciate nelle Florida Keys, con uno scopo: eradicare la Dengue. C’è tuttavia chi avanza dubbi e preoccupazioni.
LA LOTTA ALLE ZANZARE – Sono insetti piccoli, per antonomasia fra i più “fastidiosi”, inoltre da soli causano centinaia di migliaia di morti ogni anno. In che modo? Le zanzare, in particolare quelle appartenenti al genere Anopheles e Aedes della famiglia delle Culicidae, sono vettori del 17% di tutte le malattie infettive esistenti, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), fra i quali Malaria, Febbre Gialla, Dengue, Chikungunya, Zika e Virus del Nilo occidentale. Da sole, dunque, rappresentano gli animali più letali del mondo, uccidendo circa 725 mila persone ogni anno. La lotta alle zanzare è stata fatta in passato con alcuni mezzi quali la bonifica delle paludi, come avvenne nel nostro paese, prima che venissero introdotti i primi insetticidi, come il DDT. Alla lotta chimica si affiancò poi quella biologica, con l’introduzione di alcune specie antagoniste: famoso in Italia è l’esempio della gambusia, un pesce introdotto in quanto ghiotto delle larve di questi insetti.
IL “GENE DRIVE” E I PROGETTI – Nell’ultimo decennio, all’intervento di tipo chimico e biologico, si è affiancato anche quello genetico, in particolare la tecnica del gene drive. Quest’ultima prevede la modifica in laboratorio di un gene portatore di informazioni ereditarie, l’inserimento di questo gene modificato in un gruppo di esemplari e la diffusione di questi ultimi che trasmetteranno tale gene in natura mediante riproduzione.
Lo scopo principale dei ricercatori è quello di impedire la riproduzione delle femmine di zanzara, le uniche a pungere l’uomo e a diffondere malattie.
Fra i progetti che verranno realizzati nell’immediato futuro vi è quello approvato recentemente dalla FKMCD, la “Florida Keys Mosquito Control”, un ente che si occupa del monitoraggio delle zanzare della febbre gialla (Aedes aegypti) nell’area delle isole Keys, un arcipelago al largo della Florida.
Nell’arcipelago statunitense le zanzare della febbre gialla costituiscono solo l’1% della popolazione locale delle zanzare, ma sono un vero problema per via della dengue, una malattia che uccide 25000 persone ogni anno nel mondo e di cui le zanzare sono vettori in questa zona da almeno dieci anni. Nell’ultimo anno si sono registrati 50 casi di dengue, e ogni anno la FKMCD spende un milione di dollari per la lotta agli insetti, un costo troppo esoso da sostenere, e per questo il problema necessita di un’altra, radicale, soluzione. È per questo motivo che l’ente si è rivolto alla società britannica Oxitec, leader nella creazione di insetti “OGM”, che opera da anni in varie parti del mondo su problemi simili legati alle zanzare.
Il piano prevede l’inserimento nell’area delle Florida Keys di 750 milioni di maschi di zanzare geneticamente modificate – chiamate OX5034 – tra il 2021 e il 2022. Tali zanzare contengono un gene che impedirà, secondo la Oxitec, la proliferazione delle femmine della specie Aedes aegypti, con la moria delle larve di zanzare femmine. Le zanzare maschili invece sopravviveranno, garantendo il passaggio del gene alle successive generazioni.
DUBBI E CASI PASSATI – Sono sorti tuttavia dei dubbi da parte di alcuni ricercatori che si interrogano sulle possibilità di competizione di organismi geneticamente modificati inseriti in un ambiente naturale, e soprattutto il dubbio maggiore riguarda la possibilità che il gene mutato possa essere trasmesso ad altre specie animali, compromettendo l’ecosistema della zona. Tutto questo, senza dimenticare che le zanzare stesse costituiscono una fonte di cibo per molte specie animali, per cui se venissero eradicate completamente potrebbero sorgere problemi relativi alla catena alimentare. Non mancano inoltre le proteste degli ambientalisti, che hanno già firmato petizioni online contro le zanzare OGM, proteste tuttavia basate su una serie di fatti avvenuti negli anni scorsi.
In particolare, secondo una ricerca pubblicata nel settembre 2019 sulla rivista Scientific Report, il rilascio di mezzo milione di zanzare del tipo OX513A da parte della Oxitec nella città brasiliana di Jacobina, a partire dal 2013 e per un periodo di 27 mesi, non è andato come sperato. Un team di ricerca di Yale guidato dall’ecologo e biologo evoluzionista Jeffrey Powell ha infatti scoperto che il gene si è diffuso nella popolazione naturale di zanzare, cosa che non sarebbe dovuta avvenire perché la prole delle zanzare OGM sarebbe dovuta morire. In effetti, i test condotti dalla Oxitec specificavano che circa il 3-4% della prole “ibrida” sarebbe sopravvissuta fino al’’età adulta, ma si presumeva che questa sarebbe stata troppo debole per riprodursi. Tuttavia la previsione è risultata sbagliata. I ricercatori hanno fatto tuttavia notare che nei primi 18 mesi le zanzare sono effettivamente diminuite, come l’Oxitec si aspettava, ma in seguito la popolazione si è ripresa quasi del tutto. La maggiore paura adesso è che tale diversità genetica possa aver portato ad una specie più robusta, un’affermazione che la Oxitec ha bollato come priva di fondamento. Secondo Oxitec, per quanto esista un rischio minimo di “contaminazione”, la sopravvivenza limitata del gene mutato porterà alla sua naturale scomparsa dall’ambiente entro poche generazioni.
IL BATTERIO WOLBACHIA COME STRUMENTO – Se le zanzare della Oxitec hanno presentato delle “falle”, come evidenziato nel caso Jacobina, non altrettanto è avvenuto per le zanzare portatrici di un batterio, chiamato Wolbachia, naturalmente presente nel 60% degli insetti ma non nelle Aedes aegypti, che impedisce agli insetti di trasmettere il virus Dengue. La tecnica Wolbachia, studiata sin dagli anni ’90, è stata sfruttata con successo a Yogyakarta, in Indonesia, e ne è stato presentato un primo risultato sulla rivista Nature alla fine di agosto 2020.
In alcune zone di questa città, a partire dal 2016, sono state rilasciate nell’arco di sei mesi le zanzare portatrici del batterio. L’esperimento si è concluso nella prima metà del 2020 a causa della pandemia di Covid-19, ma i risultati parziali (i dati completi devono essere pubblicati) ottenuti a giugno 2020 sono straordinari: i tassi di dengue in queste aree erano inferiori del 77% rispetto alle aree dove non si era intervenuto.
Il team di ricercatori, guidati dal direttore del “World Mosquito Program” Scott O’Neill, si dichiara entusiasta, visto il successo ottenuto con test simili nell’Australia nord-orientale, e afferma che rilascerà presto la zanzare modificate in tutta la città.
PROGETTI FUTURI – Il WMP intende liberare nei prossimi cinque anni le zanzare Wolbachia in aree che coprono 75 milioni di persone e tentare di raggiungere mezzo miliardo di persone entro il 2030. L’unico ostacolo sarà ottenere l’approvazione dell’OMS, ma necessario sarà anche ampliare le consultazioni locali in vista dei rilascia delle zanzare. Non mancano inoltre i finanziamenti a sostegno per i rilasci su vasta scala, considerando che le stime parlano di un costo da 12 a 21 dollari per persona coperta, costi che tuttavia verranno ripagati secondo il WMP entro pochi anni a causa dell’abbattimento dei costi sanitari e del miglioramento delle condizioni di vita.
Negli ultimi anni sono stati riportati casi di malaria in Grecia, del virus del Nilo occidentale in alcune parti dell’est Europa e della chikungunya in Italia e Francia. Un campanello d’allarme dettato dal fatto che il riscaldamento globale fa sì che le malattie si diffondano anche a latitudini maggiori, e questa forse rappresenterà una vera sfida negli anni a venire.
Fonti bibliografiche e iconografiche: https://www.ilpost.it/2020/08/21/zanzare-geneticamente-modificate/
https://www.nature.com/articles/d41586-020-02492-1
https://gizmodo.com/genetically-modified-mosquitoes-are-breeding-in-brazil-1838146152
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Per l’immagine di copertina: James Gathany/CDC Publich Health Image Library