Published On: Ven, Mag 22nd, 2020

Cile, magnitudo 9.5: a sessant’anni dal terremoto più forte di sempre

Il 22 Maggio 1960 alle 14:11 si verificò in Cile il più forte terremoto del secolo; un sisma violentissimo di magnitudo 9,5 che lasciò dietro di sé morte e distruzione. Il suo epicentro fu localizzato nei pressi di Cañete, circa 900 km a sud di Santiago (la capitale), ma la città più colpita fu Valdivia. Dopo la scossa principale, una serie di fenomeni tellurici continuarono a sconvolgere il sud del paese sino al 6 luglio.

Pierre St. Amand/National Geophysical Data Center/NOAA

Il terremoto si verificò dalla subduzione della placca di Nazca sotto la placca sudamericana, e dalla conseguente liberazione di energia meccanica lungo la faglia corrispondente alla fossa di Atacama. Nell’area di Puerto Montt vi furono gravi danni da scuotimento, ma la maggior parte delle vittime fu causata dal grande tsunami che devastò la costa cilena e molte aree del Pacifico.

Puerto Saavedra fu completamente distrutta dalle onde che raggiunsero un’altezza di 11,5 metri e che distrussero abitazioni sino a 3 Km poste nell’entroterra. Onde di 8 metri invece devastarono Corral. Lo tsunami conseguente causò anche 61 decessi alle isole Hawaii, per lo più a Hilo, dove l’altezza delle onde raggiunsero i 10,6 metri. Honshu, il giorno dopo il terremoto, venne colpito da onde di 5,5 metri, dove vennero distrutte oltre 1600 abitazioni con 185 morti o dispersi. Altre 32 persone persero la vita nelle Filippine, dopo che lo tsunami raggiunse anche quell’area.

HILO DOPO LO TSUNAMI 

Ci furono anche danni all’Isola di Pasqua, l’isola abitata più lontana da qualsiasi altro luogo abitato, nelle Isole Samoa e in California. Un fenomeno di subsidenza di verificò lungo la costa cilena della penisola di Arauco Quellon, creando aree paludose.

Il terreno si sollevò di 3 metri nella località di Isla Guafo. Molte frane vennero registrate nel Lake District cileno, dal lago Villarica al lago Todos los Santos. Il maremoto conseguente al terremoto arrivò a misurare onde alte 25 metri, e causò in totale tra i 1655 morti e 3000 morti (stime molto variabili). Un numero comunque contenuto rispetto alla mostruosa intensità dell’evento tellurico, dovuto alla scarsa densità abitativa, alle case costruite principalmente in legno, e al fatto che le violenti scosse di assestamento avevano allertato e reso diffidenti tante famiglie.

Il sisma si verificò inoltre nel bel mezzo del pomeriggio, quando tanta gente era fuori dalle proprie abitazioni. Dopo il terremoto, il livello del mare salì improvvisamente (furono registrati 4 metri nel porto di Valdivia) sommergendo interi villaggi come Toltén. Questo terremoto fu preceduto infatti da quattro violente scosse di magnitudo superiori a 7.0, tra cui una di magnitudo 7.9 nel giorno precedente, che causò gravi danni nella zona di Concepcion. Il terremoto fu causa anche del risveglio del vulcano Puyehue, che cominciò ad eruttare cenere sino a 6000 metri di quota per diverse settimane.

Fu un evento devastante, il cui evento principale durò 13 lunghissimi minuti. Ancora oggi si tratta del sisma più forte di sempre.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it