Published On: Gio, Mag 28th, 2020

La rapida evoluzione della vista nei serpenti marini

I serpenti marini sono entrati per la prima volta nell’ambiente marino 15 milioni di anni fa e da allora si sono evoluti per sopravvivere nelle sue mutevoli condizioni di luce. La ricerca condotta dall’Università di Plymouth (Regno Unito) ha per la prima volta fornito prove di dove, quando e con quale frequenza le specie hanno adattato la loro capacità di vedere a colori. Suggerisce che la visione dei serpenti marini sia stata geneticamente modificata nel corso di milioni di generazioni, consentendo loro di adattarsi a nuovi ambienti.

In una svolta inaspettata, lo studio pubblicato su Current Biology suggerisce anche che i serpenti marini condividono effettivamente le loro proprietà adattative non con altri serpenti o mammiferi marini, ma con alcuni primati che mangiano frutta. La ricerca è stata condotta dal dott. Bruno Simões, docente di biologia animale presso l’Università di Plymouth, e ha coinvolto scienziati provenienti da Regno Unito, Australia, Danimarca, Bangladesh e Canada. Nel mondo naturale, le specie devono ovviamente adattarsi man mano che l’ambiente circostante cambia. Ma a vedere un cambiamento così rapido nella visione dei serpenti marini in meno di 15 milioni di anni è davvero sorprendente. Il ritmo di diversificazione tra i serpenti marini, rispetto ai loro parenti terrestri e anfibi, è forse una dimostrazione dell’ambiente immensamente difficile in cui vivono e la necessità per loro di continuare ad adattarsi per sopravvivere.

Nello studio, gli scienziati affermano che nonostante siano discendenti da lucertole altamente visive, i serpenti hanno una visione dei colori limitata (spesso bicolore), attribuita allo stile di vita in penombra dei loro antenati.  I serpenti marini foraggiano sul fondo del mare a profondità superiori a 80 metri, ma devono nuotare in superficie per respirare almeno una volta ogni poche ore. Questa maggiore sensibilità aiuta a vedere nelle condizioni di luce variabile della colonna d’acqua dell’oceano.

Bibliografia: Current Biology (2020). DOI: 10.1016 / j.cub.2020.04.061

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it