Published On: Ven, Giu 19th, 2020

Death Valley, ecco perché il record mondiale non convince

Sino a 8 anni fa i libri di geografia insegnavano che la temperatura più calda mai registrata sul nostro pianeta fosse di 57.8°C, raggiunta il 13 Settembre 1922 ad Al-‘Aziziyah, nel deserto libico. Nel 2012, tuttavia, l’Organizzazione meteorologica mondiale, attraverso un comunicato dopo un’accurata indagine, cancellò dagli archivi il record in quanto non ritenuto veritiero.
Al suo posto il record più caldo della Terra divenne quello registrato nella Death Valley (La valle della morte), dove la colonnina di mercurio raggiunse i 56.7°C il 10 Luglio 1913.
Secondo William T. Reid, un geografo e climatologo che studia il clima desertico della California e, in particolare, il record di temperatura della Valle della Morte da circa 30 anni, anche questo record non è plausibile, e ne spiega il motivo.

LA DEATH VALLEY – La Death Valley rappresenta l’area più bassa, più calda e secca degli Stati Uniti. Nel suo punto più basso, culminante nel bacino di Badwater, misura 86 metri sotto il livello del mare. La grande depressione, tuttavia, presenta punti più elevati, come l’oasi e il resort di Furnace Creek, ubicato 24 Km a nord e 30 metri più in alto rispetto al Badwater. Proprio qui nel 1911 (a Giugno), venne fondata una stazione meteorologica sotto l’egida US Weather Bureau che prese il nome di Greenland Ranch.
Il ranch fu sviluppato dalla William Tell Coleman Borax Company nel 1883 e fu chiamato così per i campi di erba medica usati per trasportare il borace e per l’alimentazione di animali, minatori e visitatori.

Nel 1934, l’area dell’oasi divenne più comunemente nota come “Furnace Creek Ranch” e la Death Valley divenne un monumento nazionale. Ed intanto fu fondata un’altra stazione meteorologica presso la sede di Cow Creek, tre miglia a nord di Furnace Creek. Entrambe le stazioni chiusero i battenti nel 1961, quando il ParK Service istituì una nuova stazione di rilevamento presso il centro visitatori, attiva ancora oggi. Questa nuova stazione, denominata “Death Valley“, si trova a circa 300 metri a nord dell’ex Greenland Ranch.

Tra il 7 e il 14 Luglio 1913, l’addetto alle rilevazioni Oscar Denton, rilevò dei valori record nelle temperature massime giornaliere: 52.8°C, 53.3°C, 53.9°C, 56.7°C, 53.9°C, 54.4°C, 55.0°C e 52.8°C. A queste massime anomale si registrarono valori minimi nella media, compresi tra 29.4°C e 33.9°C. Tutte le massime giornaliere risulteranno poi superiori a tutti gli altri valori al Greenland Ranch per l’intero periodo di 50 anni di rilevazioni (1911-1961), a parte una discutibile massima di quasi 54°C nel Luglio del 1960.

LA STRUMENTAZIONE – Il sensore termico era ospitato da una normale capannina di Stevenson, installata per la prima volta dall’Ufficio meteorologico degli Stati Uniti nel 1911. All’interno furono posizionati un termometro a massima e minima e la sua ubicazione era ben esposta al vento. Le strutture e gli alberi del ranch erano a una distanza sufficiente per impedire qualsiasi accumulo molto localizzato di aria calda intorno alla stazione durante le giornate soleggiate. La stazione venne posizionata su una zolla di erba medica dove l’evaporazione risultava eccessiva in virtù dell’irrigazione a cui era sottoposta. Il sito quindi era considerato più fresco rispetto alle aree adiacenti poste più in basso. In uno studio sulle risorse storiche di Linda Greene, infatti, si affermò che alla fine del XIX secolo le temperature nel ranch risultavano da otto a dieci gradi più fredde rispetto a qualsiasi altra parte della valle a causa della presenza di acqua, alberi, ed erba nella zona.

La capannina venne installata sull’erba per uniformità con altre stazioni, ma in fondo non poteva rappresentare la temperatura che si verificava sul suolo desertico. Per tale motivo negli anni ’20 si adottò il cambiamento, portando la capannina su un’area brulla, anche se adiacente al grande campo erboso costantemente irrigato anche in piena estate. Tali valutazioni fanno supporre che i dati di quel Luglio 1913, avrebbero dovuto rappresentare valori più freschi di almeno 2-3°C rispetto alle aree adiacenti prive di vegetazione.

DATI IMPOSSIBILI – Già nel 1949, il dott. Arnold Court si propose scettico riguardo a quel valore, dal momento che tutti i valori massimi assoluti sino a quel momento, a parte quella settimana, non superarono mai i 52.8°C. I ricercatori, analizzando le stazioni circostanti installate successivamente e i dati dell’atmosfera sopra la regione, hanno trovato conferme che in quell’estate 1913, quei valori, rappresentano un evento impossibile.
Un’ulteriore prova arriverebbe dai valori registrati nelle estati 1911 e 1912, quando le temperature massime di tutti i rilevamenti non si discostarono di oltre 1°C circa sopra la propria media storica.

Un mutamento inspiegabile delle correlazioni e delle differenze sopra menzionate si sviluppò durante la primavera e l’inizio dell’estate del 1913. I massimi del Greenland Ranch aumentarono a livelli non supportati dai dati circostanti. Per Giugno, Luglio e Agosto del 1913, i valori massimi al Greenland Ranch furono molto più caldi rispetto a quelli delle aree di Independence e Tonopah, rispettivamente. Un aumento di 4-5 gradi rispetto alle differenze durante le estati del 1911 e del 1912. Differenze simili, più ampie del normale, furono evidenti anche in Aprile e Maggio dello stesso anno.

Per i primi 15 giorni di Luglio, i valori massimi medi furono di oltre 5°C superiori al di sopra della sua stessa media e di molti gradi superiori a quelle delle stazioni circostanti. Se oggi dovessimo descrivere quella ondata di caldo, dovremmo definirla assolutamente eccezionale al Greenland Ranch e poco sopra la media in altre aree limitrofe.

Dati che risultano troppo elevati anche nella settimana tra l’1 e l’8 Agosto 1913, anche se con un’anomalia meno evidente. Anche se le aree adiacenti registrarono nelle estati successive temperature più elevate rispetto al Greenland Ranch, quei valori non si sono mai più verificati, nonostante un clima sempre più caldo.

OSCAR DENTON – Da analisi successive si notò come l’addetto alle rilevazioni, nonché custode e caposquadra del ranch della Pacific Coast Borax Company fino a metà Agosto 1920, non dimostrò una particolare affinità con gli strumenti meteorologici. Nelle sue rilevazioni si registrano numerosi dati quantomeno anomali. Ad esempio, nel Settembre 1914, negli archivi compilati dallo stesso Oscar Denton, si segnalano 15 massime consecutive tra 33.2°C e 33.5°C che non trovano riscontro nelle aree adiacenti. Questo fa supporre che il gestore riempì le aree in bianco solo successivamente dopo aver perso le rilevazioni.
La prova definitiva proverrebbe dall’arrivo di un sistema meteorologico freddo e ventoso che si diffuse dalla California al Nevada nel Marzo 1913. Alcune stazioni dell’area riportano di qualche pioggia intorno al 18, così come altre rilevazioni riportano vento a Columbia, Barstow e Las Vegas. Le temperature massime diminuirono in tutta la regione, ma al Greenland Ranch le temperature aumentarono. L’aumento (impossibile) denota che Denton era forse assente dal ranch e che stimava spesso i valori soltanto successivamente.

Il suo supervisore, Fred Corkhill, affermò che Denton ebbe difficoltà a leggere le tabelle per determinare l’umidità dalle letture a bulbo umido e secco al fine di impostare correttamente l’igrografo. I record del Greenland Ranch dal 1912 al 1920 denotano che il gestore era poco propenso a svolgere quel lavoro, in virtù della solitudine a cui era costretto ad operare e alle temperature incredibilmente alte che si verificavano in quel punto.
La sua propensione a ripristinare il termometro più di una volta al giorno, a inserire cifre per i periodi in cui era assente, a immettere temperature che appaiono oggi palesemente false (e su base piuttosto regolare), dimostrano che la mentalità di Denton potrebbe aver influenzato le osservazioni che inserì nei moduli COOP.
Gira voce che si fosse vantato con i visitatori per aver resistito a valori così alti, inserendo dati palesemente falsati per aumentarne la stima nei suoi confronti. Ma questa è un’affermazione di difficile dimostrazione.
Tuttavia, Denton si riteneva orgoglioso di essere stato uno dei pochi a tollerare il caldo della Death Valley e sopravvivere per un’intera estate come custode.

L’analisi denota pertanto che il record veritiero potrebbe essere intorno ai 54°C. Un valore certamente elevatissimo, ma ben lontano da quello ancora riconosciuto dagli enti preposti.

Dati bibliografici: Christopher C. Burt, Weather Underground

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it