Published On: Mer, Giu 24th, 2020

Record di 38°C in Siberia: al via la revisione del dato

Lo scorso 20 Giugno la città russa di Verkhoyansk, ubicata nella parte settentrionale della Repubblica di Sakha (Siberia), a nord del circolo polare artico, ha fatto registrare un’incredibile temperatura massima di 38°C. Un valore elevatissimo che rappresenta la temperatura più alta presente in archivio e che va a battere il precedente record di 37.3°C del 25 Luglio 1988. Ora, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale sta cercando di verificare la correttezza del dato.

La Siberia orientale gode di un clima continentale secco molto rigido, con inverni gelidi ed estati calde. La stazione meteorologica di riferimento può definirsi storica, dal momento che rileva dati dal lontano 1885 e al momento gode di tutti i requisiti per poterla definire “ufficiale”. Tuttavia, alcuni scienziati dell’atmosfera stanno raccogliendo informazioni dirette sulle osservazioni (dati effettivi, tipo di strumentazione, controlli di qualità e calibrazione dello strumento, tecniche di monitoraggio, uniformità con stazioni adiacenti, ecc).
Il team investigativo, tra le altre cose, ha notato dai dati preliminari che il record è coerente con quanto notato nell’atmosfera superiore al momento della rilevazione, per cui il lavoro assumerà i contorni di un formale processo di revisione che in questi casi si verifica sempre. Passerà del tempo.

E’ stata una primavera estremamente calda in Siberia (in realtà il forte sopramedia va avanti da Gennaio), e l’assenza di neve ha senz’altro contribuito a stabilire questo nuovo record. L’Artico è tra le regioni che si riscalda più rapidamente in questi periodi, ma negli ultimi anni sta subendo un surriscaldamento pari al doppio della media globale. Il volume di ghiaccio marino artico nel mese di settembre 2019 (dopo la stagione di fusione) è diminuito di oltre il 50% rispetto al valore medio per il 1979-2019. Nel mese di Maggio le anomalie termiche hanno addirittura raggiunto i 10°C sopramedia, divenendo il mese di Maggio più caldo in assoluto nella storia delle rilevazioni.

Si prevede che temperature superiori alle medie storiche continueranno per tutta l’estate, secondo l’Arctic Climate Forum, che pone l’attenzione anche agli incendi boschivi.
Le alte temperature previste possono portare al continuo degrado del permafrost della tundra e all’erosione costiera, con seri problemi per la fauna locale e per il rilascio del metano, un potente gas serra.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it