Published On: Ven, Ago 28th, 2020

Scoperto un collegamento tra CO2 nelle falde e terremoti in Appennino

Un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università di Perugia (UNIPG), ha trovato un possibile collegamento tra l’aumento delle emissioni di CO2 dalle acque sotterranee e il verificarsi di terremoti negli Appennini.

Per la prima volta è stata condotta un’analisi dei dati geochimici e geofisici raccolti dal 2009 al 2018”, spiega Giovanni Chiodini, ricercatore dell’INGV e coordinatore dello studio. “Gli esiti di questa ricerca hanno evidenziato una corrispondenza tra le emissioni di COprofonda e la sismicità mostrando come, in periodi di elevata attività sismica, si registrino picchi nel flusso di CO2 profonda che man mano diminuiscono al diminuire dell’energia sismica e del numero di terremoti”.

Ricerche precedenti avevano dimostrato che l’anidride carbonica nell’aria può rimanere intrappolata nelle rocce. Inoltre, può essere rilasciata dal calore dall’interno della Terra e da altre forze tettoniche. Il carbonio rilasciato tende a essere sequestrato in sacche sotterranee o in serbatoi sotterranei, finendo nella falda freatica vicina e risalendo in superficie tramite le sorgenti.

In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno studiato le fluttuazioni della quantità di anidride carbonica rilasciata dall’acqua di sorgente in diversi siti appenninici e nei pressi dell’epicentro del terremoto di L’Aquila del 2009.

Per quanto le relazioni temporali tra il verificarsi di un evento sismico e il rilascio di CO2 siano ancora da studiare”, prosegue Chiodini, “in questo studio ipotizziamo che l’evoluzione della sismicità nella zona appenninica sia modulata dalla risalita di CO2 accumulata in serbatoi crostali e derivata dalla fusione di porzioni di placca che si immergono nel mantello”.

La sismicità nelle catene montuose”, aggiungono i ricercatori dell’INGV Francesca Di Luccio e Guido Ventura, co-autori dello studio, “potrebbe essere correlata alla depressurizzazione di questi serbatoi e al conseguente rilascio di fluidi che, a loro volta, attivano le faglie responsabili dei terremoti”.

Come parte dello studio dei campioni raccolti, i ricercatori hanno anche esaminato i dati sismici che, oltre ai normali eventi, hanno mostrato il verificarsi di diversi piccoli terremoti. Hanno scoperto che i livelli di emissioni di CO2 dall’acqua sorgiva nell’area sono aumentati quando si sono verificati i terremoti e poi sono diminuiti di nuovo dopo la fine degli eventi tellurici. Più specificamente, hanno scoperto che quando si verificavano terremoti di magnitudo 6 o superiore, i livelli di emissioni salivano a una media di 600 tonnellate metriche al giorno. Durante i periodi di calma, le emissioni nella stessa area erano tipicamente comprese tra 400 e 500 tonnellate al giorno.

Tali campionamenti hanno permesso di caratterizzare l’origine dell’anidride carbonica disciolta nell’acqua delle falde acquifere e di quantificare l’entità della CO2 profonda”, spiega Carlo Cardellini, ricercatore del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia, anche lui nel team di ricercatori coinvolti nella scoperta.
La stretta relazione tra il rilascio di CO2 e l’entità dei terremoti, unitamente ai risultati di precedenti indagini sismologiche, indica che i terremoti dell’Appennino registrati nel decennio analizzato sono associati alla risalita di biossido di carbonio profondo. È interessante rimarcare il fatto che le quantità di CO2 coinvolte sono dello stesso ordine di quelle emesse durante le eruzioni vulcaniche (circa 1,8 milioni di tonnellate)”, conclude Chiodini.

I ricercatori suggeriscono che la pressione creata dall’aumento del gas nel sottosuolo potrebbe essere il fattore scatenante dei terremoti. Notano anche che i loro risultati evidenziano una fonte di emissioni di carbonio nell’atmosfera che deve essere aggiunta ai modelli di riscaldamento globale.

I risultati dettagliati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.

Bibliografia: G. Chiodini et al. Correlation between tectonic CO2 Earth degassing and seismicity is revealed by a 10-year record in the Apennines, Italy, Science Advances (2020), INGV 

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it