Published On: Sab, Ago 29th, 2020

Storione atlantico nella dispensa del re: scoperta unica nel relitto del Mar Baltico del 1495

Quando il re danese Hans rivendicò il trono svedese nel 1495, pianificò di offrire in dono uno storione atlantico (Acipenser oxyrinchus Mitchill, 1815) lungo 2 metri. E’quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Lund, in Svezia, dopo aver visionato i resti ben conservati ritrovati in un relitto sul fondo del Mar Baltico lo scorso anno.

A metà dell’estate del 1495, il re danese Hans era in viaggio da Copenaghen a Kalmar, in Svezia, sulla nave ammiraglia reale Gribshunden. A bordo c’erano i beni più prestigiosi che la corte reale danese potesse fornire, ma anche il viaggio era molto importante. Re Hans stava per incontrare Sten Sture il Vecchio, cercando di rivendicare il trono svedese. Era importante dimostrare potenza e grandezza.

Tuttavia, quando la nave era all’altezza di Ronneby, che all’epoca era territorio danese, a bordo scoppiò un incendio e il Gribshunden affondò. Il re stesso non era a bordo quella notte, tuttavia, sia l’equipaggio che il carico affondarono con la nave sul fondo del mare, dove è rimasta da allora.

Grazie all’ambiente unico del Mar Baltico, con fondali privi di ossigeno, bassa salinità e assenza di vermi delle navi, il relitto è rimasto particolarmente ben conservato al suo ritrovamento di circa cinquant’anni fa, fornendo ai ricercatori una visione unica della vita che si svolgeva a bordo di una nave reale nel tardo Medioevo. Inoltre, i ricercatori ora sanno anche cosa c’era nella dispensa reale: la botte di legno scoperta l’anno scorso, con resti di pesce nel suo interno.

È una scoperta davvero emozionante, dato che normalmente non si trovano pesci in una botte. Per me, in quanto osteologa, è stato molto emozionante“, afferma Stella Macheridis, ricercatrice presso il Dipartimento di Archeologia e Storia antica all’Università di Lund.

I resti hanno mostrato la provenienza a causa delle speciali placche osse degli storioni, anche se i ricercatori non avevano la certezza della specie. Sino a quando l’analisi del DNA ha rivelato che si trattasse della varietà atlantica con cui il re Hans pianificava di impressionare gli svedesi.

I ricercatori sono stati anche in grado di stimare la lunghezza dello storione – due metri – oltre a dimostrare come è stato tagliato.

Per Maria C Hansson, biologa molecolare presso l’Università di Lund, e la ricercatrice che ha effettuato l’analisi del DNA, la scoperta è di grande importanza, in particolare per la sua ricerca sull’ambiente del Mar Baltico.

Ora sappiamo che lo storione atlantico era presumibilmente parte dell’ecosistema. Penso che ci potrebbe essere un grande potenziale nell’uso del DNA sottomarino in questo modo per essere in grado di ricreare quello che sembrava in precedenza“, dice.

Lo storione atlantico è attualmente una specie in via di estinzione.

La scoperta sul Gribshunden è unica sia nel contesto scandinavo che in quello europeo: resti di storione così ben conservati e antichi sono stati scoperti solo poche volte in un sito archeologico sottomarino.

È ora possibile, in un modo molto specifico, collegare lo storione a un ambiente reale: la scoperta conferma l’elevato status che aveva all’epoca. Il pesce era ambito per le uova, la carne e la vescica natatoria, quest’ultima poteva essere utilizzata per produrre una sorta di colla (colla di pesce) che, tra le altre cose, veniva usata per produrre la pittura dorata.

Lo storione nella dispensa del re era uno strumento di propaganda, così come l’intera nave. Tutto su quella nave aveva una funzione politica, che è un altro elemento che rende questa scoperta particolarmente interessante. Ci fornisce importanti informazioni in un periodo in cui la politica, la religione e l’economia – anzi, tutto – stavano cambiando“, afferma Brendan P. Foley, archeologo marino presso l’Università di Lund e coordinatore del progetto per gli scavi.

Gribshunden diventerà oggetto di ulteriori scavi archeologici e analisi scientifiche nei prossimi anni.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it