Published On: Mar, Dic 8th, 2020

Il Nilo, alla ricerca delle sorgenti per definire il fiume più lungo del Mondo

La geografia è, soprattutto nell’immaginario collettivo, una materia per lo più nozionistica: sia fisica sia politica attiene alla conoscenza dei nomi di corsi d’acqua, montagne, capitali, confini. Durante il mio ultimo viaggio di lavoro ho voluto “strizzare l’occhio” a questo modo di affrontare gli argomenti, senza scadere nella curiosità fine a se stessa, ho voluto verificare sulla base di quali elementi il Nilo sia il fiume più lungo del Mondo. C’è comunque una disputa se il Rio delle Amazzoni sia più lungo e questo per la difficoltà nell’individuare le sorgenti di entrambi i corsi d’acqua.

Innanzitutto, il Nilo è molto di più di un fiume: fonte di vita, attore principale e sfondo di una delle culture antiche più significative e fiorenti, che addirittura ispirarono teorie antropologiche, invero piuttosto strampalate, di iperdiffusionismo (cfr. Grafton Elliot Smith). Il bacino del Nilo ha un’ampiezza di oltre 2,85 milioni di km2 (fonte: Treccani), più dell’intera Argentina e quasi 10 volte la superficie dell’Italia. Certamente un bacino di dimensioni enormi ma che lo classifica “solo” al terzo posto (Dopo Rio delle Amazzoni e Mississippi) come ampiezza del bacino imbrifero, e solo tra i primi dieci per portata media. Anche il primato sulla lunghezza del fiume è aperto ad un controverso dibattito che consiste, in sostanza, nel trovare la sorgente del fiume. I fiumi più grandi attraversano intere nazioni e culture diverse, entrano ed escono da laghi naturali, e possono aver cambiato nome, nella storia, possono anche essere stati confusi nella denominazione tra affluente e confluente (tipico il caso del sistema Mississippi-Missouri-Jefferson) e trovare l’asta principale non è sempre semplice. L’asta principale di un fiume è il corso d’acqua che ha la sorgente più lontana dalla foce del fiume nel mare o nel corpo idrico endorreico, se si vuole essere estremamente tassonomici.

Piccola piramide alle ipotetiche sorgenti del Nilo in Burundi (Credit Zoltan Karda)

La storia della ricerca delle sorgenti del Nilo è ricca di sofferenza e di spirito avventuroso: le avventure di Erhardt e Speke hanno animato le cronache del diciannovesimo secolo per un mistero che perdurava da secoli, si pensi alle teorie di Seneca ed alla fontana di piazza Navona, dove Bernini rappresentò il Nilo con la testa coperta, proprio a rappresentare l’incertezza sulle sue sorgenti. In base alla definizione di asta principale le sorgenti del Nilo si collocano nel punto più a Sud del bacino imbrifero, dove si individui un corso perenne. Infatti, il corso del fiume risulta quasi senza soluzione di continuità, da Sud verso Nord. Le sorgenti del Nilo si trovano nell’attuale stato del Burundi circa a 4˚a Sud dell’Equatore. Il fiume assume diversi nomi ed i suoi rami sorgentiferi si possono concettualmente estendere fino al Lago Vittoria, da cui esce come emissario col nome di Nilo Vittoria. Il principale immissario, invece, è il fiume Kagera che ha origine dal lago Rweru e, andando a ritroso, questo lago Rwandese è alimentato dal Kasumo, che a seconda della zona assume in ogni caso diversi nomi.

Ho cercato di suddividere per ambiti il corso del Nilo, calcolandone le distanze dei diversi tratti e con queste ipotesi il corso d’acqua si attesta con 6.146 km. I dati in rete differiscono, si va dai 6.500 ai 6.800 proprio per la difficoltà di individuare con precisione il punto in cui la prima goccia precipita e arriverà fino al Mediterraneo. Dunque resta materia di contese e di ricerche “romantiche “e avventuriere da fine ‘800.

Tratti principali del Nilo (Credit M.Vicentini(

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- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.