Ferdinandea, l’isola al largo della Sicilia che durò un paio di mesi
Correva l’anno 1831, l’Italia era ancora divisa e nel sud della penisola regnavano i Borbone. Il 7 luglio di quell’anno si assistette ad un fenomeno curioso. Al largo delle coste della Sicilia sud occidentale si vide ribollire il mare. Il fenomeno era accompagnato da sismicità e boati e da Sciacca, Menfi, Mazzara e Marsala il fenomeno era visibile dalle coste. Dal mare iniziò una eruzione vulcanica che via via creò un cono vulcanico di ben 65 metri e 300 metri di diametro.
La nascita di questa isola destò subito interesse di studiosi, ma anche dei governi che ruotavano i propri interessi nel Mediterraneo. Così nacque la corsa per accaparrarsi l’isola generando un contenzioso fra inglesi, francesi e duosiciliani. Il Regno delle Due Sicilie la battezzò “Ferdinandea”, la Francia “Iulia” e gli inglesi “Graham”.
Ognuno aveva messo la bandiera sull’isola e ne dichiarava la proprietà. La piccola isola poteva essere un approdo strategico per la varie marine.
A chiudere il contenzioso fu la natura stessa.
Dopo pochi mesi dalla sua emersione e terminate le eruzioni il cono vulcanico, composto da ceneri, fu eroso e l’isola scomparve. Alcune cronache riportano altre due emersioni, nel 1846 e nel 1863, seppure esse non siano suffragate da studi scientifici dell’epoca.
Oggi l’isola che non c’è si trova inabissata a circa 8/9 metri dalla superficie del mare. Nel 1986, durante le tensioni con la Libia, un caccia americano, la bombardò pensando fosse un sottomarino. Per rivendicare l’appartenenza alla Sicilia, un gruppo di sommozzatori, ha posto una targa sul relitto del cono con su scritto: “Questo lembo di terra, una volta Isola Ferdinandea, era e sarà sempre del popolo siciliano”. Nel 2002, paventata una nuova emersione a causa di movimenti sismici, venne piazzato un tricolore sull’isola sommersa. Anche in quell’occasione l’isola non è tornata in superficie.
Ferdinandea è uno dei tanti vulcani sottomarini del Mediterraneo quiescente ed è oggi la casa di flora e fauna marina. L’isola fa parte di un più ampio campo vulcanico, chiamato a livello internazionale “banco di Graham” e che si estende nel canale di Sicilia includendo Pantelleria e Linosa. Si ipotizza che i vari coni vulcanici facciano parte di un unico grande vulcano chiamato Empedocle e che deve essere ancora oggi studiato ed esplorato. Dunque, seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto…alla prossima emersione e al prossimo contenzioso internazionale.
Video di alcuni sommozzatori sul relitto dell’isola:
Fonti consultate: INGV, Il Giornale dei Marinai