Published On: Sab, Ago 14th, 2021

Il fantastico regno delle Due Sicilie

Laggiù in fondo alla Penisola esisteva un Regno fantastico, una sorta di paradiso in terra, dove tutto era perfetto e dove tutto era primato a livello a mondiale. Ma era così davvero? Parliamo del Regno delle Due Sicilie e del governo borbonico nelle regioni del Sud. Ultimamente sta andando di moda riscoprire quel regno che per 127 anni, o più precisamente per 45 anni (1816-1861), avrebbe portato lustro alla parte meridionale del Paese. Tutto questo magari tralasciando il periodo d’oro della Magna Grecia, il periodo Svevo con Federico II oppure il periodo Murattiano, per citarne qualcuno.

Diversi libri sono stati pubblicati sul tema dove viene detto che il Risorgimento è stato un grande complotto, che Garibaldi era un mercenario al soldo dei poteri forti, che quel periodo, incredibile, sia stato una sorta di periodo nazista con deportazioni dei meridionali e chi più ne ha più ne metta. Vi è sufficiente cercare sui social per scovare post curiosi e dove fioccano gruppi neoborbonici che rivendicano quei tempi e accusano gli eroi risorgimentali e i piemontesi di aver distrutto il sud.

A sfatare questi nuovi miti complottisti ci pensa un ingegnere del sud, il calabrese Pino Ippolito Armino che, con il suo libro “Il fantastico regno delle Due Sicilie – Breve catalogo delle imposture neoborboniche” edito da Laterza, smonta una per una le fake news che in questi anni sono state il leit motiv di libri di grande successo (vedi Terroni di Pino Aprile). Quando un ingegnere si presta alla scrittura non dimentica come la letteratura scientifica è fatta di fonti e di citazioni e così il libro dell’ing. Ippolito Armino è frutto di ricerca in archivio e di verifica di numeri per smascherare quanto affermato da chi vuole cambiare la storia per uso contingente. Da sempre accompagna l’uomo lo scaricare su qualcuno o qualcosa una situazione di fallimento. Lo vediamo anche oggi con la questione dei migranti.  

Alla base di questo libro e di queste riflessioni piacevolmente condivise con l’autore ci sta sempre la questione meridionale. Questo problema atavicamente irrisolto, che forse ha proprio radici anche nel periodo Borbonico, dove ci furono sì regnanti illuminati come Carlo di Borbone, ma ci fu anche tanta repressione, divieto di stampa, abbandono delle terre lontane da Napoli, scarsi investimenti e il mantenimento di un sistema feudale che ha tenuto, fino alle porte del ‘900, il popolo asservito a pochi latifondisti.

Il Risorgimento non fu certo la perfeziona assoluta, il Risorgimento repubblicano fu di fatto incompiuto e certi avvenimenti avvennero in modo rocambolesco, ma con forti spinte unitarie anche dal sud. Anche i Savoia hanno le loro colpe avendo imposto alcune questioni al resto d’Italia (vedi di fatto la continuazione del Regno di Sardegna a Regno d’Italia), ma di certo il nuovo Parlamento italiano era composto da persone da tutto il Paese, inclusi i meridionali. Uno su tutti il siciliano Francesco Crispi, presidente del Consiglio dal 1887 al 1891, che partecipò alla spedizione dei mille e che fu uno dei grandi promotori dell’unificazione. 

Dunque il problema del Sud non può essere semplicisticamente ed erroneamente addossato al Risorgimento, ma d’altra parte non si può neppure affermare che l’unità d’Italia risolse i problemi che erano già evidenti dai numeri e dalle statistiche del Regno delle Due Sicilie. Basta consultare i numeri sul tasso di alfabetizzazione oppure sui numeri delle infrastrutture fra i più bassi della Penisola degli stati pre-unitari. Va anche detto che il triangolo industriale divenne tale grazie alla tanta manodopera proveniente dal sud in tutto il ‘900 e che fu la conseguenza di localizzare l’industria in quella parte d’Italia, per lasciare l’agricoltura al sud. Come vedete non è semplice trovare delle risposte, ma tanto meno si possono trovare nelle bugie.

Pensare che la terra di Archimede, di Pitagora, un tempo faro delle civiltà, oggi sia relegata a periferia d’Europa dovrebbe fare male a tutti gli italiani. Il sud, oggi svuotato, non ha la forza di reagire. Una grande colpa va certamente addossata ad una classa dirigente che negli ultimi 50 anni non è stata in grado di generare ricchezza ed evitare così l’osmosi della persone da sud a nord. Questo fenomeno ha così lasciato ampi spazi al proliferare del malaffare che ha sostituito i vuoti lasciati dallo Stato. Ma forse le basi di questi problemi non furono posate proprio durante il periodo borbonico?

Dunque vivere di fake news, credendo che il sud fosse prospero e ricco durante il periodo borbonico, non fa altro che fare male al sud stesso e a tutti coloro che hanno davvero sofferto in quel periodo storico perché non è inventando la storia e cambiandola a proprio uso e consumo che si risolvono i problemi del nostro meridione.

 

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45