Published On: Mar, Nov 8th, 2022

I composti del luppolo della birra potrebbero proteggere dal morbo di Alzheimer

Secondo una recente ricerca pubblicata su ACS Chemical Neuroscience, le sostanze chimiche estratte dai fiori di luppolo possono inibire l’aggregazione delle proteine ​​beta amiloidi, associata al morbo di Alzheimer (AD).
L’AD è una malattia neurodegenerativa debilitante, spesso caratterizzata da perdita di memoria e cambiamenti di personalità negli anziani. Parte della difficoltà nel trattamento della malattia è il ritardo tra l’inizio dei processi biochimici e l’inizio dei sintomi, dal momento che trascorrono degli anni. Ciò significa che si verifica un danno irreversibile al sistema nervoso prima ancora che ci si renda conto che potrebbe arrivare la malattia. Di conseguenza, le strategie preventive e terapeutiche che possono intervenire prima della comparsa dei sintomi sono di crescente interesse.

Credit: ACS Chemical Neuroscience

Una di queste strategie coinvolge i “nutraceutici” o alimenti che hanno qualche tipo di funzione medicinale o nutrizionale. I fiori di luppolo usati per aromatizzare le birre potrebbero rappresentare uno di questi potenziali nutraceutici, dove studi precedenti suggeriscono che la pianta potrebbe interferire con l’accumulo di proteine ​​beta amiloidi associate all’AD. Quindi, Cristina Airoldi, Alessandro Palmioli e il team, hanno voluto indagare su quali composti chimici nel luppolo avessero questo effetto.
Per identificare tali composti, i ricercatori hanno creato e caratterizzato estratti di quattro varietà comuni di luppolo utilizzando un metodo simile a quello utilizzato nel processo di produzione della birra. Nei test, hanno scoperto che gli estratti avevano proprietà antiossidanti e potevano impedire alle proteine ​​beta amiloide di aggregarsi nelle cellule nervose umane.

L’estratto di maggior successo è stato dal luppolo Tettnang, che si trova in molti tipi di lager e birre leggere. Quando quell’estratto è stato separato in frazioni, quella contenente un alto livello di polifenoli ha mostrato la più potente attività antibiotica e di inibizione dell’aggregazione. Ha anche promosso processi che consentono al corpo di eliminare le proteine ​​​​neurotossiche ripiegate male.

Infine, il team ha testato l’estratto in un modello di C. elegans e ha scoperto che protegge dalla paralisi correlata all’AD, sebbene l’effetto non fosse molto pronunciato. I ricercatori affermano che, sebbene questo lavoro non giustifichi il consumo di birre più amare, mostra che i composti del luppolo potrebbero servire come base per i nutraceutici che combattono lo sviluppo della malattia.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it