Published On: Dom, Apr 2nd, 2023

Le morti post-covid: facciamo alcune riflessioni

Negli ultimi mesi assistiamo, per la verità da parte di una frangia sempre più emarginata e marginale di persone, a illazioni riguardo ad un imperversare di strani malori, morti sospette, anche in giovane età. L’atteggiamento dei complottisti è quello di sostenere che queste morti siano dovute agli effetti collaterali a lungo termine della campagna vaccinale straordinaria del 2021. A quel tempo le pressioni delle istituzioni, è pur vero, furono al limite del coercitivo.

Da persona istruita, ma senza specializzazioni specifiche in modelli statistici complessi, ho voluto fare alcune verifiche personali, senza presunzioni di completezza o rigore, ma per farmi un’idea personale, mediante i miei strumenti culturali e quelli informativi messi a disposizione, di quanto queste anonime e gratuite scritte a mezzo social (“nessuna correlazione”, “Riposa In Pfizer”, “another one bites the dust” etc..) siano fondate. Consapevole che esistono elaborazioni più illustri ed articolate, ho voluto partire dai dati.

L’attore Jerry Calà, colpito da infarto, ma anche da haters che danno la colpa al vaccino. La sua risposta sui social – Credit: Il Mattino

Sul sito ISTAT esistono le informazioni sui decessi per classi di età. I dati sono disponibili anche per singolo comune, e per classe quinquennale di età, ma risultano di difficile catalogazione, senza programmi specifici. Il dati più semplici da elaborare sono, sempre per Comune e raggruppati per Regione, quelli sui decessi totali per ogni anno, dal 2011 al 2022, ed i decessi di persone con 65 anni ed oltre. In sostanza si distinguono le persone morte tra anziani e non anziani.

A questo punto ho voluto considerare tre regioni per me significative: la Puglia, dove la percentuale di vaccinati contro il COVID è stata particolarmente elevata, il Trentino Alto Adige, dove soprattutto nella provincia di Bolzano la penetrazione di questo tipo di misure preventive raccoglie ampie sacche di scetticismo, ed il Veneto, che mi sembra una zona dove la cronaca nera si è scatenata rispetto a notizie di questo tipo.

I confronti sono stati fatti con il 2022 in ogni regione con anni pre-covid differenti. I risultati sono stati per me sorprendenti: in tutte e tre le Regioni i decessi del 2022 sono stati superiori rispetto a quelli degli anni precedenti al COVID. Brutta notizia. Considerando però la quota di decessi “non anziani” le percentuali sono inferiori in tutti e tre i contesti geografici.

Elaborazione dati Istat Matteo Vicentini

Il controllo di questi numeri, per quanto riguarda il formarsi di un’opinione mia personale documentata ed il più possibile scevra da bias di diversa origine, è per me sufficiente. Ritengo di non dover indugiare su pareri personali o invettive, in quanto particolarmente divisive, ma vorrei ricordare quanto successo l’estate scorsa su una spiaggia della Toscana: un turista proveniente dal Sud Est asiatico, con un’auto a noleggio, aveva sbagliato strada e si era trovato inavvertitamente in panne su una spiaggia vicino a Viareggio (cosa che può succedere, ho avuto la stessa disavventura a Capo Verde). La maggior parte dei commenti fu del tenore: “cadono come birilli”, come se sbagliare strada ed avere un malore, certamente dovuto ad un’iniezione, forse ricevuta l’anno precedente, fossero la stessa cosa. A voi le riflessioni.

About the Author

- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.