Published On: Ven, Nov 24th, 2023

Da “Caro Diario”…riflessioni sull’elettrificazione delle isole minori italiane

Tre mesi fa Nanni Moretti ha compiuto 70 anni, a trent’anni di distanza da quel “Caro diario” dove si definiva in modo autoreferenziale, pur con una punta di ironia, “uno splendido quarantenne”. Ho rivisto con piacere il film di un regista-attore controverso ed istrionico, ed ho trovato dei tratti di natura geografica che hanno lasciato spazio a riflessioni e fantasie.

Il film è diviso in tre parti, e la prima vede un Moretti in versione bighellone, tra i quartieri di Roma a tratteggiarne pregi e difetti, vizi e virtù. “ti si stanno imbiancando le tempie; incominciano a pesare le sconfitte”; da una generazione non troppo distante da questa analisi cinica e disillusa, il film mi ha ispirato bilanci personali che, benché provvisori, pendono inesorabilmente sul disavanzo alle voci più importanti.

Ma è il secondo episodio, ambientato alle isole Eolie, che mi ha aperto numerose riflessioni, persino di carattere squisitamente ambientale, nel rumore di fondo morettiano della vita sull’arcipelago. A Lipari, isola di 37 km2, il traffico sembra davvero infernale, con automobili in coda, clacson e rumori assordanti, e mi chiedevo quanto sembri distante quel 1993 agli abitanti dell’isola, che probabilmente oggi salgono sugli stessi battelli a gasolio, e non hanno visto modificare sostanzialmente il parco auto e la produzione di energia elettrica.

A Lipari, a quanto pare, la produzione elettrica ha tentato qualche progetto dimostrativo (di cui ci sono poche notizie in rete) ma l’approvvigionamento è ancora per lo più garantito dai generatori a gasolio. Sarebbero proprio questi contesti isolani i primi a dover essere soggetti ad investimenti per una reale transizione energetica, che porti meno rumore e meno smog nell’isola, e che le consenta di avere un bilancio di emissione un poco più lusinghiero di quello dei quarantenni dell’epoca.

La peregrinatio tra le isole Eolie di Moretti ha dei tratti surreali ed agganciati solo in parte alla fattualità. Moretti, ad esempio, incontra il sindaco di Stromboli che gli illustra i suoi progetti strampalati sostenendo che purtroppo il suo comune è “tutto al contrario di Amsterdam” e lo sviluppo non è possibile in quanto lui sostanzialmente predica nel deserto, rispetto all’ignoranza di chi, in fondo, lo ha eletto.

Ora, l’errore di Moretti è gustoso perché da una rapida ricerca si scopre che Stromboli, che peraltro ha solamente 40 abitanti, è una frazione di Lipari, per cui non ha un sindaco. Al contrario l’isola di Salina, 2300 abitanti circa, è amministrativamente suddivisa in ben 3 Comuni. A volte la realtà è più paradossale di una fantasia che mette le dita negli occhi ad una politica ineffabile, che ha progetti troppo ambiziosi e sempre scuse pronte per non implementare, invece, iniziative sostenibili.

Sulle piccole isole italiane cosa è stato fatto, in questi 30 anni? Ad esempio, l’isola d’Elba ed Ischia sono state collegate al continente, con ovvi benefici in termini di affidabilità e costi di produzione elettrica. Certamente, anche alle Eolie, la micromobilità avrà avuto uno sviluppo di qualche portata, al fine di ridurre il traffico ed il consumo di carburante. Le reti in isola, però, andrebbero studiate in modo preciso e dedicato, con l’obiettivo di integrare la rete elettrica e la mobilità in progetti pilota di grande valore aggiunto. Chissà che il peso delle sconfitte, in questo modo, non si faccia più sopportabile.

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- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.