Published On: Mer, Gen 3rd, 2024

Rifiuti: un confronto fra due titani del riciclo che però potrebbe sorprendere

Oggi, digitando su Google (ah, doctor Google!) le parole “raccolta differenziata Trentino Alto Adige” ho ottenuto, sentendomi fortunato, la figura che vi mostro in basso. 

Vi confesso che non mi sono stupito, ma non escludo che qualcuno di voi, meno informato nel settore ambiente ed energia, possa invece meravigliarsi, soprattutto se trentino, di come una volta tanto la cenerentola delle due Province Autonome (passatemi la battuta, dai!) vinca a mani basse su questo delicato aspetto. E vinca di ben 8 punti, roba che al fantacalcio sono 2 gol di scarto. Dal catasto ISPRA sui rifiuti questa differenza sale addirittura a 12 punti (80% di Trento contro il 68% di Bolzano).

Un breve ripasso sulla gestione dei rifiuti ci porta ad una ferrea gerarchia delle azioni da compiere: RIDUCI, poi eventualmente RIUTILIZZA, poi RICICLA, poi RACCOGLI, poi infine RECUPERA (approfondimento sulle 5R)

Fig.1 – Credit: Google

Innanzitutto la produzione dei rifiuti va ridotta, ed i rifiuti vanno riutilizzati diventando materia prima seconda, a fronte di riciclo. Il recupero è da intendersi come processo energetico di utilizzo del rifiuto, per produrre energia elettrica e termica. Ora, non è un caso che la Provincia di Bolzano gestisca i rifiuti con un termovalorizzatore da oltre 130 mila tonnellate anno, con 15 MW di potenza elettrica, dotato di rete di teleriscaldamento, mentre Trento è “costretta” a spingere di più sulla differenziata, non avendo la possibilità realizzare il recupero energetico sul proprio territorio, in assenza di un termovalorizzatore provinciale.

Chi sbaglia, e chi invece opera secondo il principio delle 5R?

Certamente non Bolzano, che a quanto pare non punta troppo sulla differenziata per non far mancare “carburante” al proprio termovalorizzatore, realizzando percentuali abbastanza deludenti se confrontate con il resto del Nord Italia, ed anche inferiori a molte province del Sud (Benevento, Trapani, Sassari tra le altre). Ma nemmeno la provincia di Trento “chiude” il ciclo dei rifiuti evitando la spinosa questione della termovalorizzazione da ormai troppo tempo e dimenticandosi dell’ultima R, certamente la meno importante nell’ottica di una gestione oculata e saggia dei rifiuti, ma in ogni caso quella che si prende carico del problema più ingombrante.

Ricordo il mio professore di fisica, al liceo, quando a corollario di un suo impegno politico parlò di inceneritore (allora non aveva preso troppo piede il politically correct). “A Trento ci vuole un inceneritore, e dovrà essere il più piccolo possibile”. Correva l’anno 1991. Quanto tempo scorso invano su questi temi, quanta miopia politica ha chiuso le due province in un orto nel quale, in luogo dell’insalata, tra non molto dovranno essere sistemate le ecoballe.

Si pensi che, omogeneizzando al 75% la raccolta differenziata della Regione Trentino Alto Adige/Südtirol, nell’ipotesi di una riduzione di pochi punti percentuali dei rifiuti prodotti pro capite, l’attuale termovalorizzatore di Bolzano sarebbe sufficiente per tutto il territorio regionale! E questo calcolo certamente non deve tenere conto di aumenti demografici, che all’orizzonte non si scorgono. Cosa manca, se non il dialogo, la fattiva collaborazione, la comunità di intenti tra i due Enti locali?

About the Author

- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.