Attenti al lupo, ritorno al Medioevo
Il tema della convivenza con il lupo è un argomento sempre attuale e molto divisivo. Ne abbiamo parlato diverse volte con gli esperti per portare un parere oggettivo e scientifico sul tema. Il lupo, talaltro l’animale simbolo del nostro Paese (forse in pochi lo sapranno), dopo anni di feroce caccia ritorna a popolare i nostri boschi. Complice lo spopolamento della montagna e il nucleo di lupi scampati dall’estinzione nell’Appennino Centro-Meridionale che sono tornati su tutte le Alpi sconfinando anche in Francia e Svizzera. Quest’ultimo paese ha addirittura autorizzato l’abbattimento in alcuni cantoni e ormai sono decine i lupi uccisi.
Ci sono fenomeni social e sociali legati al lupo che però è importante citare. Nei giorni scorsi c’è una stata una polemica in Valle Strona, una valle piemontese della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, dove come da antica tradizione è stata svolta la “Messa del lupo“. La notizia di questo rito, risalente al 1700, è arrivata alla cronache nazionali. Ovviamente la cosa ha poi avuto una scia di polemiche, fra parrocchia, animalisti e politica. Sono fioccate anche le denunce. Insomma non c’è pace per il lupo. Certo, seppur queste siano tradizioni, forse non dovrebbero prendere la piega di aumentare l’odio per questo animale che vive nei boschi prima dell’arrivo dell’uomo.
Spostiamoci dal Piemonte all’Alto Adige. Un uomo, qualche settimana fa, è stato trovato in fin di vita nei boschi vicino Bressanone. Sul suo corpo segni di ferite. Subito partita l’accusa al lupo o a qualche animale selvatico che avesse aggredito l’uomo. L’uomo è deceduto poco dopo il ritrovamento. Così è scattata, soprattutto sui social e su alcuni giornali, la “caccia al lupo”. Sarà solo l’autopsia (che qualcuno dirà pilotata dai poteri forti) a rendere luce sui fatti e ad affermare che l’uomo è deceduto per un forte assideramento. Le ferite erano dovute a qualche animale che vedendo il corpo immobile e con una temperatura di 22°C al momento del ritrovamento ha provato a cibarsi, ma tralasciando poi la cosa. Probabilmente qualche volpe.
Dunque il lupo è stato assolto questa volta. Ma fino a quando? Qualcuno quasi gioisce e non aspetta altro affinché avvenga un attacco del lupo all’uomo. Ma sappiamo da letteratura che il lupo è un animale schivo e non attacca l’uomo che non lo vede come una preda. Purtroppo sono invece i cani, spesso liberi nelle campagne e nei boschi, che con frequenza uccidono l’uomo. Recente il caso dei rottweiler nei boschi vicino Roma dove un’uomo è stato ucciso, o di qualche anno fa della ragazzina in Calabria sbranata per l’attacco di alcuni cani maremmani incustoditi. Sul fenomeno del randagismo o della non custodia di alcuni tipi di cane non troviamo la stessa veemenza che si ha contro il lupo. Certo il rischio zero non esiste con il lupo, non esiste per nessun animale selvatico, ma il fenomeno va ben delimitato e delineato e confrontato con dati reali.
Con i cani c’è molta più indulgenza, nonostante le vittime. Contate che in Italia ci sono ben 70.000 aggressioni canine all’anno, mentre del lupo prossime allo zero. Il cane fa registrare 35.000 vittime a livello mondiale all’anno ed è fra gli animali più pericolosi. Dunque non si riesce a capire da cosa nasca questo atavico fenomeno legato al lupo, ma probabilmente la “caccia alle streghe” del nemico pubblico numero uno ci arriva direttamente dal Medioevo e trova oggi ancora molti adepti sui social e non solo.
Fonti Consultate: BigHunter, GardaPost, Avvenire, TRT