Published On: Ven, Mar 8th, 2024

Mafalda di Savoia: la principessa che sfidò il regime

Nella storia della monarchia italiana, poche figure sono così affascinanti e controverse come la principessa Mafalda di Savoia. Figlia secondogenita di Vittorio Emanuele III e di Elena del Montenegro, Mafalda è stata un personaggio di grande rilievo nel contesto politico e sociale del suo tempo, ma spesso travolta da vicissitudini tragiche e da un destino inaspettatamente crudele. Nata il 19 novembre 1902 a Roma, Mafalda fu sin da giovane un membro di spicco della famiglia reale italiana.

Cresciuta in un ambiente di lusso e potere, ebbe accesso a un’educazione privilegiata, ma ciò non le impedì di sviluppare una profonda sensibilità verso le ingiustizie sociali e di manifestare un carattere indipendente e ribelle. Una delle caratteristiche più sorprendenti di Mafalda fu la sua fervente opposizione al regime fascista guidato da Benito Mussolini. Nonostante fosse figlia del re, Mafalda non esitò a esprimere il suo dissenso nei confronti delle politiche autoritarie del Duce e delle violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime fascista.

La sua posizione critica le causò non pochi problemi all’interno della famiglia reale e la portò spesso in conflitto con il padre, che mantenne una posizione di ambiguità politica nei confronti del regime. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Mafalda si distinse per il suo impegno umanitario e la sua solidarietà verso le vittime del conflitto. Si oppose attivamente alle politiche antisemite del regime fascista e fornì sostegno e protezione a numerosi ebrei perseguitati. La sua casa a Roma divenne un luogo di rifugio per coloro che cercavano scampo dalla persecuzione nazista, mettendo a rischio la sua stessa vita per difendere i valori in cui credeva.

Tuttavia, il destino di Mafalda prese una svolta tragica nel 1943, quando venne arrestata dalle truppe naziste dopo che l’Italia aveva firmato l’armistizio con gli Alleati. Fu deportata nel campo di concentramento di Buchenwald (per 11 mesi), dove trascorse gli ultimi mesi della sua vita in condizioni disumane. Nonostante i tentativi disperati della sua famiglia di ottenere il suo rilascio, Mafalda morì il 27 agosto 1944 a seguito di un bombardamento dell’aviazione statunitense sul campo di concentramento. La morte di Mafalda segnò non solo la fine di una vita coraggiosa e idealista, ma rappresentò anche la tragedia di una nazione sconvolta dalla guerra e dal totalitarismo.

Il suo sacrificio e il suo impegno per la giustizia e la libertà rimangono un monito contro le violazioni dei diritti umani e un esempio di coraggio e determinazione. Nonostante la sua vita sia stata segnata da tragedie e controversie, Mafalda di Savoia rimane una figura di grande fascino e ispirazione. Il suo coraggio nel difendere i suoi ideali, la sua umanità nel soccorrere i più deboli e la sua determinazione nel fronteggiare l’oppressione la rendono un simbolo di speranza e di resistenza per le generazioni future. Che sia ricordata non solo come una principessa ribelle, ma soprattutto come una donna coraggiosa che ha lottato fino alla fine per ciò in cui credeva.

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- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45