Published On: Sab, Lug 18th, 2020

L’eruzione del Vesuvio del 1631

L’eruzione del 1631, è stata la più violenta e distruttiva della storia del Vesuvio nell’ultimo millennio. Dopo un lungo periodo di quiescenza durato circa 5 secoli, preceduto da una serie di fenomeni precursori quali terremoti e sollevamento del suolo, il vulcano si risvegliò causando la morte di circa 6000 persone e la devastazione di un’area di quasi 500 Km quadrati.

L’eruzione iniziò alle 7 del mattino del 16 Dicembre, con la formazione di una colonna eruttiva alta circa 15 chilometri, da cui cominciarono a cadere pomici e ceneri nell’area ad est del Vesuvio. Alle 10 del mattino del 17 Dicembre, dal cratere centrale si generarono nubi di gas cariche di frammenti di magma, che scorrendo a grande velocità lungo i fianchi occidentale e meridionale del vulcano, distrussero tutto ciò che incontrarono sul loro cammino. Nella notte tra il 16 e il 17, e nel pomeriggio del 17, le abbondanti piogge mobilizzarono la copertura di ceneri incoerenti causando la formazione di colate di fango. Le colate scesero sia dai fianchi del vulcano, sia dalle pendici dei contrafforti appenninici a Nord e a Nord-Est. La fase parossistica dell’eruzione durò tre giorni, suscitando un enorme panico in tutta la popolazione.

Vi furono per le strade di Napoli confessioni pubbliche di peccati, accompagnate da straordinarie manifestazioni di penitenza, e furono organizzate processioni con la statua e il sangue di San Gennaro, affinché il patrono placasse quella collera divina di cui l’esplosione del Vesuvio sembrava l’indubitabile segno.

Il conte di Monterrey, viceré di Napoli dal Gennaio di quell’anno, inviò alcune navi a raccogliere i sopravvissuti di Torre del Greco e Torre Annunziata. Dopo qualche mese, profondamente turbato dall’evento, fece apporre a Portici una lapide che esorta i posteri a non dimenticare la natura della montagna, e a riconoscere prontamente i precursori di un’eruzione vulcanica.

Tratto da: guida al museo dell’Osservatorio Vesuviano – Istituto di Geofisica e Vulcanologia sezione di Napoli

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it