Published On: Mar, Lug 21st, 2020

L’anomalia del campo magnetico nel Sud Atlantico esisteva già 8-11 milioni di anni fa

Una ricerca dell’Università di Liverpool ha rivelato che l’anomalia del campo magnetico nella regione dell’Atlantico meridionale esisteva già dagli 8 agli 11 milioni di anni fa.

E’un’area caratterizzata da una significativa riduzione dell’intensità del campo magnetico terrestre rispetto alle aree a latitudini geografiche simili, e dove la protezione dalle radiazioni nocive dallo spazio è ridotta. I segni più significativi che si riscontrano a seguito di tale anomalia sono malfunzionamenti tecnici a bordo di satelliti e veicoli spaziali.

In uno studio pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences, i ricercatori paleomagnetici di Liverpool hanno analizzato il record storico del campo magnetico terrestre che è conservato nelle rocce ignee dell’isola di Sant’Elena, riscontrando le stesse difformità odierne.

Il campo magnetico terrestre, o campo geomagnetico, non solo ci dà la possibilità di navigare con una bussola, ma protegge anche la nostra atmosfera dalle particelle cariche provenienti dal Sole. Tuttavia, non è completamente stabile in forza e direzione, sia nel tempo che nello spazio, e ha la capacità di capovolgersi o invertirsi completamente con implicazioni sostanziali.

L’anomalia dell’Atlantico meridionale è un argomento di dibattito tra scienziati in questo campo. Oltre al fatto che provoca danni alla tecnologia spaziale, solleva anche la questione della sua provenienza e se rappresenti l’inizio dell’indebolimento totale del campo e una possibile imminente inversione del polo.

L’autore principale dell’articolo, Yael Engbers, ha dichiarato: “Il nostro studio fornisce la prima analisi a lungo termine del campo magnetico in questa regione. Rivela che l’ anomalia nel campo magnetico nell’Atlantico meridionale non è una tantum, ma che deviazioni simili esistevano già da 8 a 11 milioni di anni fa.”

“Questa – continua – è la prima volta che il comportamento irregolare del campo geomagnetico nella regione dell’Atlantico meridionale sia stato mostrato su un calendario così lungo. Suggerisce che sia una caratteristica ricorrente e probabilmente non è un segno di un’imminente inversione”.

La ricerca supporta anche studi precedenti che suggeriscono un legame tra l’Anomalia del Sud Atlantico e le anomalie sismiche nel mantello più basso e nel nucleo esterno. “Questo ci avvicina al collegamento che esiste tra il comportamento del campo geomagnetico e le caratteristiche dell’interno della Terra“, conclude Engbers.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it