Published On: Ven, Ago 21st, 2020

L’aumento di CO2 è dieci volte più veloce rispetto al passato

Nel 2008, gli specialisti delle carote di ghiaccio di Berna furono in grado di dimostrare che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera negli ultimi 800.000 anni è stata costantemente inferiore a quella odierna. Grazie a questi risultati, gli esperti sono riusciti ad ottenere una ricostruzione molto più dettagliata della finestra temporale compresa tra 330.000 e 450.000 anni fa.

Fino ad ora, infatti, la velocità massima e la frequenza dei salti nella concentrazione di CO2 erano rimaste sconosciute. Una visione unica del clima del passato resa possibile dall’impegno di esperti e dalla loro decennale esperienza, i cui risultati sono stati pubblicati su Science.

I bruschi aumenti di anidride carbonica sono una caratteristica pervasiva del nostro sistema climatico e che possono verificarsi anche durante i periodi interglaciali. “Fino ad ora, si era ipotizzato che il clima fosse molto stabile durante i precedenti periodi interglaciali e che non ci fossero bruschi cambiamenti nella concentrazione atmosferica di CO2“, spiega Christoph Nehrbass-Ahles, autore principale dello studio. Secondo Nehrbass-Ahles, i bruschi aumenti erano sempre evidenti quando lo scioglimento delle masse di ghiaccio in Groenlandia o in Antartide disturbava notevolmente la circolazione oceanica. Se la CO2 nell’atmosfera aumentasse rapidamente, potrebbero essere rilevati anche cambiamenti simultanei nella circolazione dell’Oceano Atlantico.

L’aumento di CO2 è stato dieci volte più lento rispetto a oggi

Il fatto che i rapidi salti di CO2 possano essere rilevati non solo durante i periodi glaciali ma anche durante due precedenti periodi interglaciali ha sorpreso i ricercatori. “Abbiamo misurato più volte questi eventi nel ghiaccio e siamo sempre giunti alla stessa conclusione“, spiega Nehrbass-Ahles. Il motivo per cui la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è aumentata improvvisamente durante i precedenti periodi interglaciali non può essere spiegato in modo definitivo dai ricercatori. “Non sappiamo ancora perché ciò sia accaduto“, spiega il ricercatore bernese sul clima Thomas Stocker, coautore dello studio: “Ciò solleva nuove domande di ricerca“. Tuttavia, i salti di biossido di carbonio nei periodi interglaciali precedenti sono di gran lunga superati dall’attuale sviluppo: “la concentrazione nell’atmosfera è avvenuta quasi dieci volte più lentamente dell’aumento provocato dall’uomo nell’ultimo decennio“, sottolinea Nehrbass-Ahles.

Il più grande salto in passato corrisponde alle attuali emissioni di CO2 in soli sei anni

I ricercatori hanno confrontato i salti di CO2 del passato con il continuo aumento della concentrazione attuale nell’atmosfera provocato dall’uomo. Secondo Stocker, il più grande balzo centenario di CO2 in passato è stato di circa 15 ppm, che è approssimativamente equivalente all’aumento causato dall’umanità negli ultimi sei anni. “Questo potrebbe non sembrare significativo a prima vista“, afferma Stocker, “ma tali aumenti sono decisamente rilevanti“. I risultati di questo studio ci mettono sotto pressione per proteggere il clima.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it