Published On: Gio, Set 10th, 2020

Rilevato il campo magnetico più forte dell’universo

Gli scienziati hanno studiato la pulsar a raggi X GRO J1008-57 rilevata da Insight-HXMT durante la sua esplosione nell’agosto 2017, scoprendo il campo magnetico più forte nell’universo (~ 1 miliardo di Tesla sulla superficie della stella di neutroni).

Hanno scoperto per la prima volta una caratteristica di risonante ionica ciclotronica (CRSF) a 90 keV a un livello di significatività > 20σ (si noti che la comunità scientifica conferma una nuova scoperta scientifica quando il suo livello di significatività è maggiore di 5σ.) Secondo calcoli teorici, il campo magnetico che corrisponde a questo CRSF è fino a 1 miliardo di Tesla, che è decine di milioni di volte più forte di cosa può essere generato nei laboratori della Terra.

Insight-HXMT è il primo satellite astronomico cinese a raggi X. Rispetto ad altri satelliti presenta eccezionali vantaggi nel rilevamento di linee di ciclotrone (specialmente ad alte energie) grazie alla sua copertura spettrale a banda larga (1-250keV), efficace ad alte energie, alta risoluzione temporale, bassi tempi morti ed effetti di accumulo trascurabili per sorgenti luminose.

Le stelle di neutroni hanno i campi magnetici più forti dell’universo. Le binarie a raggi X delle stelle di neutroni sono sistemi costituiti da una stella di neutroni e da una normale compagna stellare. La stella di neutroni accresce la materia e forma un disco di accrescimento circostante e se il campo magnetico è forte, la materia accumulata viene incanalata da linee magnetiche sulla superficie della stella di neutroni, producendo radiazioni di raggi X. Di conseguenza, queste sorgenti sono anche chiamate “pulsar”.

Studi precedenti hanno dimostrato che una caratteristica di assorbimento  può talvolta essere trovata nello spettro delle pulsar a raggi X. Gli scienziati ritengono che ciò sia causato dalle transizioni tra i livelli discreti di movimento elettronico di Landau perpendicolari al campo magnetico. Una tale caratteristica di diffusione agisce come una sonda diretta al campo magnetico vicino alla superficie della stella di neutroni.

Questo lavoro, pubblicato sull’Astrophysical Journal, è stato condotto principalmente da scienziati dell’Istituto di fisica delle alte energie (IHEP) dell’Accademia cinese delle scienze e dell’Università Eberhard Karls di Tubinga, in Germania.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it