Published On: Mar, Dic 29th, 2020

La depurazione delle acque per uso potabile

I sistemi imipegati per la depurazione delle acque destinate al consumo umano costituiscono una tecnologia in rapida evoluzione, spesso costosa e sofisticata, che deve essere in grado di garantire la salute delle popolazioni.

Il grado di depurazione deve tener conto delle impurità dell’acqua di partenza (acqua grezza); per esempio acque ricche di ferro e manganese, metalli che precipitano a contatto con l’aria, vanno areate e successivamente sottoposte ad altri metodi per rimuovere questi ioni.

Generalmente i sistemi di depurazione comprendono le seguenti fasi: sedimentazione, aerazione, coagulazione, filtrazione, clorazione.

La sedimentazione è un processo che consente di abbattere dalle acque materiali sospesi (sabbia, particelle molto grandi) facendoli depositare sul fondo di grandi vasche di sedimentazione o decantazione.

L’aerazione viene applicata ad acque ad alto contenuto di sostanze organiche di origine animale o vegetale, così da ottenere acqua con alte concentrazioni di ossigeno disciolto che accelera l’ossidazione microbica dei materiali organici.

Successivamente l’acqua chiarificata viene sottoposta a coagulazione chimica, cioè miscelata in vasche con sostanze chimiche contenenti alluminio e ferro. Tali sostanze formano precipitati insolubili che intrappolano la maggior parte dei restanti materiali organici e inorganici, come i microorganismi (inclusi i virus).

Questi precipitati sedimentano fuori dell’acqua, mentre la maggior parte dei contaminanti, rimasti in sospensione vengono rimossi con la filtrazione. Il processo viene svolto comunemente da filtri a sabbia (o filtri rapidi), oppure da filtri attraverso cui l’acqua viene pompata a pressione (filtri a pressione), in grado di rimuovere il 99% dei batteri e il 90-99% dei virus residui.

Dopo la filtrazione l’acqua viene trattata con disinfettanti come il cloro (clorazione) o l’ozono (ozonizzazione), che ne garantiscono la sicurezza microbiologica (il cloro è un alogeno rivelatosi un ottimo disinfettante in gradi di inattivare i germi patogeni compresi i virus).

Nella clorazione la dose di cloro deve essere sufficientemente elevata e tale da rilasciare cloro residuo libero nell’acqua in concentrazione di 0,2-2,0 mg/L. Il trattamento disinfettante con ozono promuove anche un’attività biologica aerobica e diminuisce la concentrazione dei solidi sospesi: perciò il suo uso migliora l’efficienza della filtrazione.

Tuttavia, l’impiego di disinfettanti come il cloro e l’ozono non risulta scevro da controindicazioni; il cloro in particolare può reagire con le sostanze organiche dell’acqua e formare prodotti organoalogenati come cloroformio e clorofenoli, sostanze che si sospetta tossiche per l’uomo.

Il cloro risulta inoltre dannoso per molte specie acquatiche.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it