Published On: Gio, Dic 31st, 2020

Mappata la forma di un asteroide grazie al contributo degli astrofili

Gli astrofili forniscono un grande contributo alle scoperte scientifiche. I grandi telescopi utilizzati dagli astronomi non possono coprire ogni notte qualsiasi area del firmamento e in determinati eventi vengono puntati su medesime aree celesti.

Oltre alle molteplici scoperte di stelle variabili e comete che puntualmente trovano conferma al Minor Planet Center, un ulteriore esempio proviene dalla collaborazione tra i ricercatori dell’istituto SETI e 26 osservatori amatoriali cittadini di sette paesi diversi, che hanno osservato l’asteroide 1999 AP10 (NEA) di 2 Km di larghezza, mappandone la forma.

UNISTELLAR EVSCOPE – Hanno utilizzato una rete composta da eVscope, un moderno telescopio “intelligente” della startup Unistellar e una tecnica ormai nota chiamata inversione delle curve di luce, che analizza il modo in cui un oggetto cambia la luminosità riflessa mentre ruota nello spazio.

Grazie a questo telescopio dotato di sensore CMOS, gli osservatori sono in grado di visualizzare le immagini live su uno smartphone tramite APP o su un oculare elettronico che proietta le immagini su uno schermo OLED.

Inoltre, permette la visualizzazione contemporanea attraverso campagne osservative che possono essere tenute da scienziati e astrofili, in modo da eliminare eventuali errori prodotti su un singolo strumento dalla turbolenza atmosferica.

IL VUOTO DOPO ARECIBO – Il nuovo telescopio, promosso sulla piattaforma Kickstarter, ha l’obiettivo di colmare il vuoto lasciato dal grande radiotelescopio di Arecibo. Naturalmente, dicono i ricercatori, fare un paragone tra i due strumenti è come paragonare un gigante con un bambino, ma le comodità offerte dalla nuova tecnologia provano a colmare l’imponente divario.

Inoltre, restano una serie di difficoltà da superare: a differenza dei radar planetari come Arecibo, la rete eVscope fatica a rilevare le depressioni sulla superficie di un asteroide, come ad esempio i crateri da impatto; questo perché la matematica dietro la tecnica usata presuppone che l’oggetto sia interamente convesso, senza regioni basse.

Infine, un grande strumento come Arecibo sarebbe capace di mappare sino a trenta asteroidi potenzialmente pericolosi ogni anno, mentre la nuova rete si limita a 1-2 oggetti.

Il team ha presentato i risultati alla riunione autunnale 2020 dell’American Geophysical Union, rigorosamente online a causa della pandemia.

Credit: Josef Hanuš, Charles University e Franck Marchis, SETI Institute

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it