Published On: Mer, Mar 10th, 2021

Islanda, ancora sismi e tremori nella penisola di Reykjanes. L’analisi tra presente e passato

L’Islanda è in stato di allerta dalla scorsa settimana dopo una serie di piccoli terremoti e tremori legati all’aumento del flusso di magma nel sistema vulcanico di Krysuvik. Si tratta di un’area rimasta inattiva per 800 anni dove spicca il cono del monte Keilir, a soli 25 Km dalla capitale Reykjavik.

Non è ancora chiaro se l’insolita attività sismica sia da ricondurre ad una futura eruzione, ma l’agenzia per la Protezione Civile sta monitorando attentamente la situazione.
Il magma si trova a circa 1 Km dalla superficie, ed è quindi estremamente superficiale.

Proviene molto probabilmente da una sorgente di almeno 8-10 chilometri e secondo i vulcanologi qualsiasi eruzione si verificherebbe in una fessura situata tra il Monte Keilir e il Monte Fagradalsfjall, in una zona disabitata che non presenta rischi per la vita umana o danni materiali.

KRYSUVIK

Krysuvik è un cosiddetto sistema vulcanico privo di un cono centrale. L’ultima eruzione di questa imponente struttura geologica che ricorda vagamente l’ambiente lunare, è avvenuta nel XII secolo. Gli strumenti stanno registrando potenziali segnali precursori da oltre un anno, ma il 24 Febbraio un terremoto di magnitudo 5.7 ha reso concrete le probabilità di eruzione.
Da allora, l’Ufficio meteorologico islandese (IMO) ha registrato più di 34.000 scosse nella penisola, un numero mai visto dall’inizio del monitoraggio digitale nel 1991.
Dopo una pausa di due giorni, l’attività sismica si è intensificata nuovamente durante la scorsa notte.

L’ufficio meteorologico islandese di Reykjavik sta esaminando la situazione nella penisola di Reykjanes

L’Islanda è la regione vulcanica più grande e attiva d’Europa ed è ampiamente studiata da esperti che hanno una vasta rete di monitoraggio sull’isola del Nord Atlantico.
Ma la zona vulcanica della penisola di Reykjanes rimane comunque un enigma.

Esiste una certezza: in caso di eruzione si tratterebbe di un evento poco spettacolare.

In altre parole non avrebbe nulla in comune con l’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull avvenuta nel 2010, i cui massicci pennacchi di cenere causarono intensi disagi al traffico aereo per settimane. Le eruzioni su questa zona vulcanica sono generalmente abbastanza pacifiche; si tratta di effusioni di lava limitate per la maggior parte di esse.

AREE IN QUIESCENZA CHE SI RISVEGLIANO

Studi geologici dimostrano che la minuscola penisola ospita cinque sistemi vulcanici che sembrano risvegliarsi ogni 800 anni. L’attività vulcanica più recente nella regione è durata tre secoli, con diverse eruzioni della durata di più di un decennio. E questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo periodo attivo.

Non sarebbe una novità. Un mattino qualunque del 1973 sull’isola di Heimaey, nelle isole Westman, si verificò un’estesa eruzione con fontane di lava dopo 5000 anni di inattività. E tutto ciò si verificò a soli 150 metri dal centro abitato.

Più di recente, gli esperti hanno avvertito nel giugno 2020 che il vulcano Grimsvotn sotto il ghiacciaio Vatnajokull, il vulcano più attivo dell’Islanda, si stava preparando a eruttare, ma finora ciò non è accaduto.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it