Published On: Gio, Giu 30th, 2022

Macaronesia

Il periodo è estremamente complicato e le carte geografiche si tingono di tematiche belliche, di improbabili strategie, di scenari apocalittici. Sulle carte periscono uomini in carne ossa, mentre altri le mostrano semplicemente ai discenti, con freddo distacco. In un periodo così, il fantasticare su eterotopie più confortevoli e mondi pacifici rappresenta certamente una possibilità di evasione, un momento per se stessi. Ci sono sempre state terre fantastiche con nomi evocativi: Atlantide, Eldorado, Bengodi, ma ricorderei anche la Luserna di Arnaut Daniel o il reame di Garbo di frate Cipolla.

Quali sono però le nowhere lands più antiche, quelle che hanno ispirato la letteratura greca e romana? Nella vita di Apollonio di Tiana è Flavio Filostrato, uno scrittore greco di età imperiale, a parlare della Macaronesia, come un gruppo di isole ben al di là del cosiddetto non plus ultra, ovvero oltre Gibilterra.

Macaronesia

Il termine Macaronesia è di facile etimologia. Si tratta delle isole delle persone fortunate (μακάρων νῆσοι) degli eroi del passato che, in queste isole, si concedevano il buon ritiro a loro riservato in luogo della morte. Chissà chi erano questi eroi fortunati, probabilmente Eracle, Teseo, Giasone. Chissà. La Macaronesia fu introdotta dai geografi antichi con un termine valido per raggruppare contesti poco conosciuti, solo immaginati, visti da lontano ed ancora inesplorati. Oggi queste isole si possono raggruppare in diversi arcipelaghi, con una geografia politica frastagliata, da Nord a Sud:

  • Azzorre
  • Madeira
  • Isole Deserte e Selvagge
  • Canarie
  • Capo Verde

Azzorre e Madeira sono di amministrazione portoghese, ed in effetti è proprio il Portogallo lo Stato a loro più vicino: sono entrambi arcipelaghi con appellativi che le legano alle loro manifestazioni naturali: il legname, per Madeira, i colori o forse gli uccelli (astori?) le isole che nell’immaginario collettivo si legano all’anticiclone, e ci portano la lunga estate calda. La fascia delle isole degli eroi, dopo le isole inabitate denominate “Deserte” e “Selvagge”, presenta il maggior interesse in termini di turismo ma soprattutto di popolazione stanziale nelle Canarie, isole spagnole con oltre due milioni di abitanti, e Capo Verde, un vivace arcipelago che è l’unico Stato sovrano della Macaronesia.

Queste isole degli eroi, dunque, con storia e geografie differenti, sono così diverse in tutto che le si accosta tutte assieme solo pensando ad un immaginario altrove. Sono isole africane, certo, tranne probabilmente le Azzorre, la cui collocazione geografica è tassonomicamente complessa. Sono popolate, deserte, europee, dipendenti, frequentate, studiate, ricche per natura, risorse e bellezza. Sono forse quelle “isole non trovate” di cui fantasticava Guido Gozzano.

Ma bella più di tutte l’Isola Non-Trovata:

quella che il Re di Spagna s’ebbe da suo cugino

il Re di Portogallo con firma sugellata

e bulla del Pontefice in gotico latino

Forse ci è capitato di canticchiare questa canzone, che richiama un cantautore ancora vivente di calibro assoluto e che, dei luoghi immaginari che danno pace o turbamento, ha dato descrizioni meravigliose.

 

Fonte consultata: Maritimeprofessionale

About the Author

- ingegnere per l’ambiente ed il territorio, laureato a Trento, si è sempre occupato di progettazione idroelettrica, mercato dell’energia, idraulica ed ambiente. Ha numerose esperienze lavorative internazionali (Brasile, Africa centrale, Australia) ed una passione per la geografia e la cultura classica. Questa passione lo ha portato a laurearsi in geografia nel 2020 con una tesi sugli itinerari culturali. Velleità da periegeta e da geografo naïve non lo distolgono dal grande obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto al tema dell’energia, della sua produzione, del risparmio ed in un’ultima analisi della strategica importanza che questa commodity riveste. Il progetto GeoMagazine lo ha convinto sin dall’inizio e, oltre che alla produzione di articoli tra scienza e contaminazioni umanistiche, a rivestire il ruolo di editore di questa pagina di comunicazione scientifica ed ambientale, con l’obiettivo di renderla un canale di informazione imparziale ed obiettivo, lontano da semplificazioni, sottintesi e qualunquismo. Un canale che si rivolge ad un pubblico variegato in termini di età e formazione, ma che si pone una regola ferrea: analizzare i problemi, suffragarli, e spiegarli in modo semplice. Lo story telling che si può invece scorgere negli articoli più leggeri vuole essere una posa di positivismo ed un’ispirazione verso mondi inesplorati, fuori e dentro di noi.