Published On: Gio, Apr 20th, 2023

Groenlandia e Antartide, lo scioglimento dei ghiacci sta accelerando

Le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide stanno perdendo ogni anno più del triplo di ghiaccio rispetto a 30 anni fa. E’ il risultato di un nuovo studio condotto da Ines Otosaka, glaciologa dell’Università di Leeds, che definisce la situazione “disastrosa”.
Dopo aver appurato i dati attraverso 50 diverse stime satellitari, gli aggettivi si sprecano. Gli scienziati ne hanno utilizzati molti e nessuno di questi appare incoraggiante. In effetti, come riportato sulla rivista Earth System Science Data, dal 2017 al 2020 secondo i dati più recenti, lo scioglimento combinato è salito a 410 miliardi di tonnellate.
Cifre disastrose secondo la coautrice dello studio Ruth Mottram, scienziata del clima presso il Danish Meteorological Institute. “Un trend devastante“, secondo Twila Moon, vice capo scienziato del National Snow and Ice Center degli Stati Uniti. Si tratta di tassi senza precedenti da quando esiste la civiltà moderna.

L’INNALZAMENTO DEL MARE STA ACCELERANDO

Dal 1992 la Terra ha perso 8,3 trilioni di tonnellate di ghiaccio dalle calotte, una quantità sufficiente a sommergere la Francia sotto 15 metri d’acqua. Tuttavia, vista la vastità degli oceani, questa perdita si traduce in un aumento di circa 21 mm in media. Un valore all’apparenza piccolo, ma che già pone una minaccia agli atolli e ad alcune città costiere.
A livello globale l’innalzamento del livello del mare sta accelerando, anche grazie all’espansione degli oceani in virtù di temperature più calde.

Per correttezza è bene citare un piccolo rallentamento avvenuto in alcune aree dell’Antartide, dovuto principalmente a cambiamenti meteorologici locali. Ma ciò non toglie che la tendenza generale mostra un’ulteriore accelerazione.
Gli autori dello studio hanno utilizzato i cambiamenti nella gravità e nell’altezza del ghiaccio e hanno misurato quanta neve è caduta, quanta neve si è sciolta, quanto ghiaccio è stato perso dal distaccamento degli iceberg e quanto ne sia stato consumato dall’acqua più calda.
Lo studio rileva dati inquietanti, secondo Waleed Abdalati, ricercatore dell’Università del Colorado ed ex capo scienziato della Nasa.

Qualche decennio fa, si presumeva che questi vasti serbatoi di ghiaccio cambiassero lentamente, ma con l’uso di osservazioni satellitari, osservazioni sul campo e l’utilizzo di modelli climatici, abbiamo imparato che il ghiaccio risponde rapidamente al nostro clima che cambia“, ha concluso lo scienziato.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it