Published On: Mer, Set 6th, 2023

Quant’è pericoloso il caldo estremo per l’uomo?

Il caldo estremo rappresenta un killer silenzioso che miete più vittime di qualsiasi altro disastro naturale in corso sul nostro pianeta. Negli ultimi decenni si contano decine di migliaia di morti, specie nei paesi in via di sviluppo, dove le recenti indagini testimoniano, tra l’altro, dati sottostimati.

La temperatura media superficiale della Terra è ora al livello più alto da quando esistono rilevazioni, ed è probabilmente la più alta dall’ultima era glaciale. Sappiamo, grazie ai recenti studi di attribuzione, che molte delle onde di calore estreme che interessano il nostro pianeta risultano una diretta conseguenza del cambiamento climatico; e allora qual è il limite oltre il quale il nostro corpo non riuscirebbe ad adattarsi?

Una ricerca del 2010 dimostrò che una temperatura di “bulbo umido” di 35°C o superiore renderebbe impossibile per gli esseri umani esaurire il calore metabolico. La temperatura del bulbo umido viene utilizzata dai meteorologi e dai climatologi per quantificare lo stress termico. È una combinazione di calore e umidità: un bulbo umido elevato può verificarsi in luoghi umidi a temperature più basse, così come in luoghi asciutti a temperature estremamente elevate.

L’UMIDITA’ RELATIVA E IL DEW POINT

Spieghiamo il concetto con più chiarezza. Vicino alla temperatura media normale del corpo di 37°C, la perdita di calore per irraggiamento e convezione cessa. A questo punto diventa fondamentale la sudorazione. Questa non rimuove il calore se il sudore non può evaporare, il che significa che un’elevata umidità relativa rallenta l’evaporazione e quindi impedisce un importante metodo di raffreddamento del nostro corpo.

L’umidità relativa è il rapporto, espresso in percentuale (%), tra la quantità di umidità atmosferica presente, rispetto alla quantità che sarebbe presente se l’aria fosse completamente satura.
Poiché la quantità di umidità atmosferica necessaria per saturare l’aria dipende dalla temperatura, l’umidità relativa è una funzione sia del contenuto di umidità che della temperatura. Più la temperatura è calda, maggiore è l’umidità che l’aria può contenere prima di saturarsi. Pertanto, a parità di contenuto di umidità, l’aria più calda avrà un’umidità relativa inferiore rispetto all’aria più fredda.

Schermo solare Siap+Micros. Credit: Renato Sansone

La temperatura del punto di rugiada è la temperatura alla quale si verificherà la saturazione dato un particolare contenuto di umidità. Un esempio di come l’umidità relativa cambia in base alla temperatura è prendere un punto di rugiada costante, ad esempio 7°C. Ciò significa che per un contenuto di umidità specifico, quando anche la temperatura dell’aria è di 7°C, l’umidità relativa è del 100%. Tuttavia, se la temperatura aumenta fino a 24°C, l’umidità relativa scende al 34%, anche se il contenuto di umidità rimane lo stesso!

Cosa significa tutto questo? Il sudore evapora (passa da liquido a gas, cioè vapore acqueo) quando viene aggiunto calore. Se l’aria è insatura, c’è più spazio perché l’acqua evapori nell’aria circostante. Se l’aria è satura, invece, poco o nessun liquido aggiuntivo può evaporare nell’aria circostante, anche se il calore del corpo sta riscaldando il sudore e quindi il calore rimane nel corpo.

I LIMITI

Uno studio condotto negli Stati Uniti lo scorso anno ha rilevato che soggetti giovani e sani esposti a condizioni molto calde hanno iniziato ad entrare in ipertermia (incapacità di regolare la temperatura corporea interna) ben al di sotto dei 35°C a bulbo umido (già a partire dai 32°C). Un dato sicuramente diverso da quello che emergerebbe se lo studio fosse condotto nei paesi più umidi del mondo, perché nel tempo la fisiologia si adatta. Entro un certo limite naturalmente.
Al contrario, il Regno Unito ha ancora molta strada da fare prima di raggiungere tali valori. Temperature di bulbo umido superiori a 32° C appaiono oggi solo molto raramente nelle zone costiere del Medio Oriente e per periodi molto brevi, ma si diffonderanno gradualmente man mano che il riscaldamento continuerà ad attanagliare la Terra. Ad ogni modo, anche quando parliamo di caldo torrido, è necessario che la temperatura corporea non superi i 40°C, perchè potrebbero registrarsi danni irreversibili all’organismo. 

ADATTAMENTI E LIMITAZIONI

Un pianeta più caldo potrebbe costringerci a cambiare il nostro stile di vita, spostando le attività estive all’aperto in orari notturni. O semplicemente eliminandole. Il caldo intenso potrebbe scoraggiare il turismo nei luoghi più caldi, compresa l’Europa. I recenti picchi di calore hanno convinto i ricercatori dell’Università di Sydney a sviluppare un sistema di allarme e a condurre studi sull’esposizione simili a quello statunitense. Pertanto, al più presto avremo un quadro più chiaro degli effetti diretti del caldo intenso sulla fisiologia.

Misurare o prevedere con estrema certezza il costo complessivo per la comunità in termini di salute, lavoro e qualità della vita non è affatto semplice. Per farlo, i ricercatori climatici devono sviluppare modelli che tengano conto del comportamento e dell’adattamento umano insieme alle informazioni sulla fisiologia, sul tempo e sul clima. Dobbiamo anche capire cosa accadrà alla natura e cercare modi per proteggere la fauna selvatica. 

Dobbiamo soprattutto raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di carbonio il più presto possibile, per arrestare il continuo surriscaldamento planetario.

Bibliografia: Università di Roehampton, NOAA

 

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it