Published On: Ven, Mar 1st, 2024

Geoingegneria solare in risposta alla crisi climatica: rischio o soluzione?

L’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente, nei giorni scorsi, ha sollevato un tema cruciale: la modifica della radiazione solare in risposta alla crisi climatica. Tale pratica, intesa a contrastare il riscaldamento globale riflettendo parte della luce solare nello spazio, ha suscitato accese discussioni tra gli Stati membri.

I sostenitori di questa tecnologia promettono di mitigare gli effetti devastanti del cambiamento climatico. Tuttavia, la comunità scientifica mette in guardia contro i rischi associati a questa forma di “geoingegneria”. Gli esperti temono che tale intervento possa destabilizzare ulteriormente un sistema climatico già fragile, con conseguenze imprevedibili e potenzialmente disastrose.

L’ACCORDO DI NON UTILIZZO

Inizialmente, si era proposto di istituire un gruppo di esperti per valutare i pro e i contro del progetto. Tuttavia, la mancanza di consenso su questo argomento controverso ha portato al ritiro della proposta. Un punto di svolta è stato rappresentato dalla richiesta di alcuni paesi del Sud del mondo di adottare un “accordo di non utilizzo”. Tale mossa è stata fortemente sostenuta da diverse fazioni. Il motivo è chiaro: il cambiamento climatico, causato dalle attività umane, rappresenta già un grave pericolo per il nostro pianeta. Non possiamo permetterci di aggiungere un altro esperimento su scala globale che potrebbe avere conseguenze catastrofiche.

RISCHI E INCERTEZZE

L’approccio della geoingegneria solare presenta una serie di rischi e incertezze. Tra questi, vi sono potenziali effetti imprevedibili sul clima e sulla meteorologia, la perdita di biodiversità, e il rischio di minare la sicurezza alimentare. Inoltre, vi è il timore che tale tecnologia possa violare i diritti umani, trasferendo enormi rischi alle generazioni future. Raffreddare sensibilmente il clima richiederebbe, in realtà, l’iniezione di milioni di tonnellate di aerosol nella stratosfera, utilizzando una flotta appositamente costruita di aerei ad alta quota. Un’impresa del genere altererebbe i modelli globali dei venti e delle precipitazioni, portando a più siccità e cicloni, esacerbando le piogge acide e rallentando il recupero dell’ozono.

Diversi esempi di modificazione della radiazione solare evidenziano i pericoli connessi a queste tecnologie, come ad esempio gli esperimenti in corso sulla Grande Barriera Corallina. Progetti come l’iniezione di aerosol nell’atmosfera, lo schiarimento delle nubi marine e la diffusione di sfere di vetro sull’artico sollevano preoccupazioni riguardo ai potenziali impatti negativi sull’ambiente e sulla vita marina. 

COSA FARE?

È essenziale adottare un approccio precauzionale di fronte a queste proposte. Piuttosto che investire risorse in tecnologie incerte e rischiose, è fondamentale concentrarsi sulle soluzioni già a nostra disposizione, come la riduzione delle emissioni di gas serra e la transizione verso fonti energetiche sostenibili.

Il cambiamento climatico rappresenta una sfida senza precedenti per l’umanità. È giunto il momento di agire con determinazione e responsabilità, evitando distrazioni pericolose che potrebbero ritardare ulteriormente l’azione necessaria per proteggere il nostro pianeta e le generazioni future.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it