“Grecia-Italia, una faccia una razza” – I destini del Dodecaneso – 3° puntata
Continua il nostro viaggio nei destini incrociati di Italia e Grecia. Nella prima puntata vi abbiamo parlato delle radici comuni dei due paesi/popoli su cui si fondano alcuni gangli della nostra società moderna. Il viaggio è poi proseguito nella seconda puntata portandoci nel’800. La nascita dei due Stati nazionali, ancora una volta, ha in qualche modo accomunato le due penisole mediterranee compiendo un percorso simile di costruzione delle nazioni Grecia e Italia.
Il mare che unisce in qualche modo Grecia e Italia è il mar Jonio, ma oggi voliamo nel mar Egeo laddove si è consumata un’altra pagina dei rapporti controversi fra i due popoli. Andiamo dunque sull’arcipelago compreso fra l’odierna Grecia e la Turchia. Siamo nel Dodecaneso, un insieme di oltre 100 fra isole e isolotti di cui solo 26 abitati, al largo delle coste della Turchia. L’etimologia della parola, chiaramente di origine greca, ci parla di 12 isole. Isole che già al tempo della Repubblica di Venezia erano sotto influenza della cultura italica. Queste 12 isole si differenziavano dal resto dello Sporadi Meridionali, per una storia diversa, seppur facciano geograficamente tutte parte delle Sporadi.
Tralasciando il periodo veneziano, che lasciò diverse tracce in particolare nell’isola di Stampalia, focalizziamoci sui fatti di inizio ‘900. Nel governo italiano cresceva la bramosia di colonie così come avveniva per le altre grandi nazioni europee come la Francia e la Gran Bretagna. In Europa oramai era diventata una sorta di gara a chi potesse accaparrarsi più territori a discapito delle popolazioni locali.
A quel tempo l’Italia contava su alcune piccole colonie in Africa: l‘Eritrea e parte dell’attuale Somalia. Esse si trovavano sulla rotta del neonato canale di Suez (1869) che aveva aperto un nuovo ingresso nel Mediterraneo. Ovviamente la conformazione geografica d’Italia, protesa nel Mediterraneo, spinse il governo italiano a cercare territori sulle coste dell’Africa settentrionale e verso oriente.
L’Italia, nel 1911, dichiarò guerra all’Impero Ottomano per conquistare le due province dell’attuale Libia. Parliamo della Tripolitania e della Cirenaica. I turchi non avevano nessuna intenzione di entrare in guerra con gli italiani, anche perché il già debole gigante ottomano sarebbe stato pronto a sgretolarsi 10 anni dopo. Nonostante un lungo intreccio diplomatico per evitare la guerra, l’Italia invase le coste libiche, compiendo anche azioni molto crudeli nei confronti delle popolazioni locali che resistettero alacremente al regio esercito. Il conflitto si spostò anche nelle Sporadi per bloccare lo stretto di Dardanelli, di vitale importanza per la Turchia.
La guerra italo-turca si concluse un anno dopo con la pace di Losanna. L’Italia ottenne la Libia, ma anche il possesso temporaneo delle isole del Dodecaneso. Questa occupazione italiana si concluse nel 1947 quando le isole torneranno nuovamente alla Grecia.
L’Italia iniziò dunque a colonizzare le isole dell’Egeo che divennero a tutti gli effetti parte del Regno d’Italia. La popolazione greca non vedeva ovviamente di buon occhio il colonizzatore italiano, ma dovette in qualche modo adeguarsi. Nelle isole iniziò un processo forzato di italianizzazione, tipico dell’approccio del governo fascista in diversi contesti (si pensi alle cosiddette terre irredenti), ma nel contempo l’Italia realizzò diverse infrastrutture rendendo in particolare Rodi una delle mete turistiche più apprezzata e glam del Mediterraneo. Di certo il bilancio per l’Italia non fu economicamente vincente, poiché non era facile estrarre da quelle isole risorse. L’impronta dei colonizzatori si vide soprattutto nelle opere architettoniche, come ad esempio la Casa del Fascio, esempio razionale dell’architettura difaustiana, in seguito abbandonata a favore di nuovi modelli oggi definibili pseudorazionalisti, progettati per lo più da Armando Bernabiti.
L’Italia, nel 1940, entra in guerra al fianco della Germania e le isole del Dodecaneso iniziano ad assumere un ruolo strategico nello scacchiere mediterraneo. L’assetto di difesa sulle isole viene chiamata “fortezza dell’Egeo”. Le isole di Lero (Léros) e Coo (Kos) saranno protagoniste di aspre battaglie. Da fine degli anni ’30 anche sulle isole dell’Egeo arrivarono i dogmi fascisti e anche per gli ebrei dodecanesini iniziò il calvario delle leggi anti-semite.
Durante la guerra, le isole venivano spesso prese di mira dagli aerei inglesi al fine di indebolire quella fortezza in mezzo al mare. Sul fronte Mediterraneo si giocava anche la battaglia fra la Regia Marina e la Marina britannica. L’Italia decise di estendere i suoi possedimenti sulla Grecia continentale e preparò la campagna di Grecia per la quale Mussolini affermò la celeberrima frase “spezzeremo le reni alla Grecia”. Non fu però così. L’Italia impreparata a questa guerra non ottenne una vittoria lampo, ma anzi la resistenza greca impose ingenti perdite ai soldati italiani. Fu solo grazie al supporto dell’esercito tedesco che ci fu la conquista definitiva della Grecia.
I destini per i Paesi dell’asse non furono però rosei e dopo le iniziali vittorie, Germania e Italia iniziarono ad indietreggiare su tutti i fronti. Nel 1943 l’Italia era ormai allo stremo e dovette capitolare contro le forza anglo-americane. L’8 settembre 1943, con l’armistizio verso gli anglo-americani, sarà una data che resterà scolpita nella storia del nostro Paese, una data che segnò un destino atroce per gli italiani al fronte. La non chiarezza del nuovo governo italiano presieduto da Badoglio lasciò gli alti comandi del Regio esercito allo sbando totale. Il nostro esercito si trovò nel caos e alcuni soldati, una piccolissima minoranza, decisero di restare al fianco dei tedeschi, la maggior parte invece iniziò a difendere le isole dal sopraggiungere di rinforzi tedeschi.
Fra tutte le battaglie viene ricordata la resistenza italiana nell’isola di Lero, mentre giungevano notizie terribili dall’isola di Cefalonia dove i tedeschi avevano trucidato diversi italiani che avevano osato resistere. Gli inglesi aiutarono solo in parte i nuovi alleati italiani, anche perchè ritenevano oramai non più strategico quel fronte. Il clou della guerra si stava spostando in Italia e in Francia. Gli italiani resistettero fino allo stremo, ma i tedeschi alla lunga presero il controllo totale delle isole del Dodecaneso. Dunque i tedeschi iniziarono una violenta azione punitiva verso gli italiani che furono o uccisi oppure deportati verso campi di concentramento. I nostri soldati furono umiliati, ma in diverse occasioni ricevettero il supporto dei greci. Solo in qualche caso, fra gli abitanti del Dodecaneso, ci fu collaborazione con i tedeschi.
Si stima che morirono fra i 10.000 e i 15.000 soldati italiani. La maggior parte vennero stipati in navi per essere portati nei campi di lavoro verso l’Europa centrale. Le navi, camuffate da navi da trasporto, venivano bombardate degli inglesi che non sapevano che all’interno erano stipati come bestie i nostri soldati.
Fra gli eroi della resistenza italiana nel Dodecaneso possiamo citare Padre Igino Lega, che instancabilmente aiutò i nostri soldati restando al loro fianco durante tutto il periodo degli attacchi tedeschi e poi finito anche lui in un campo di lavoro. Rimase lì finché l’ultimo soldato italiano non fu liberato. Una bella storia è quella della ragazza greca Calliope Controiannis che aveva sposato un soldato italiano. Per non lasciare il marito internato in un campo sull’isola, si rasò i capelli e indossò una divisa del regio esercito per stare con lui. Fu deportata anche lei e con il supporto dei commilitoni italiani internati riuscì a stare accanto al marito. Una storia degna della Vita è bella e con un lieto fino, poichè Calliope ritornò viva con il marito in Italia.
Con la fine della guerra, l’Italia dopo 35 anni, dovette cedere le isole dell’Egeo alla Grecia, come risarcimento degli attacchi alla Grecia durante la seconda guerra mondiale. Un velo di tristezza attanagliò i coloni italiani rimasti nelle isole greche. Gli italiani non erano più ospiti graditi e tutte le istituzioni italiane furono soppresse. Così si chiuse definitivamente la storia delle colonie italiane nell’Egeo. La stragrande maggioranza degli italiani fu via via rimpatriata e delle quasi 7.000 presenze di italiani, che nel culmine massimo raggiunse Rodi, ne restarono poche decine.
Nella prossima puntata parleremo di una delle isole del Dodecaneso, forse quella resa più celebre da un film: Castellorosso o Kastellorizo.
Letture consigliate: Le isole del sole di Andrea Villa
In collaborazione con Matteo Vicentini