Published On: Dom, Apr 5th, 2020

L’Olympus mons, il vulcano più alto del Sistema Solare

Nella regione vulcanica di Tharsis, presso l’equatore marziano, si trova il più alto vulcano del nostro sistema solare: l’Olympus Mons (il monte Olimpo). La sua altezza non è facilmente identificabile per via della struttura complessa dei suoi bordi costellati di flussi di lava, ma stime recenti la collocano tra 22 e 25 chilometri sopra il livello topografico di riferimento (non è possibile utilizzare il mare come sulla Terra) e sino a 27 Km dalla sua base.

UNA STRUTTURA GEOLOGICA IMPONENTE

E’ un vulcano a scudo geologicamente recente, formato da migliaia di flussi di lava basaltica e da rilievi dolcemente inclinati, proprio come quelli che si trovano nelle isole Hawaii. La sua estensione (600 Km) non consentirebbe ad un ipotetico esploratore che si trovasse sul suo fianco di accorgersi della struttura geologica; l’immagine che apparirebbe all’uomo, infatti, sarebbe quella di una vasta pianura leggermente inclinata di 5°. Osservando dal fianco del cratere sommitale, inoltre, l’orizzonte sarebbe il pendio stesso del monte Olpimpo. Una descrizione che aiuta a comprendere la sua immensità.

Il monte Olimpo su Marte – Credit: Nasa

E’ ormai noto come i processi della tettonica delle placche, sul pianeta rosso, non siano più attivi. L’Olympus mons si trova in effetti su una placca crostale ormai immobile sopra un antico hot-spot (punto caldo), il quale ebbe tutto il tempo di costruirlo sino alle sue attuali dimensioni. La pressione atmosferica tipica nella parte superiore di Olympus Mons è di 72 pascal, circa il 12% della pressione superficiale marziana media di 600 pascal. In confronto, la pressione atmosferica sulla cima del monte Everest è di 32.000 pascal, ovvero circa il 32% della pressione del livello del mare sulla Terra. Nonostante questo, il vulcano è talvolta coperto da nubi orografiche che si addensano sul vertice del cono. Esso si trova in una delle aree più polverose dell’intero pianeta, tanto che per un rover sarebbe difficile identificare campioni di roccia. Durante le opposizioni bastano piccoli strumenti commerciali per cominciare a delineare a grandi linee la complessa orografia del pianeta.

Riferimenti e risorse: Gazetteer of Planetary Nomenclature. USGS Astrogeology Research Program, Bibring, Jean-Pierre; et al. (2006). “Global Mineralogical and Aqueous Mars History Derived from OMEGA/Mars Express Data”. Science. 312 (5772): 400–404. 

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it