Published On: Mar, Apr 21st, 2020

La prima immagine di un pianeta extrasolare?

Date le enormi distanze che ci separano dagli altri sistemi stellari, uno dei metodi utilizzati per individuare gli esopianeti è la tecnica del transito, che consiste nell’individuare il calo di luminosità della stella attorno alla quale essi ruotano. Nel 2016 gli astronomi posero attenzione al sistema di Alpha Centauri, ed in particolare alla compagna Proxima Centauri, una nana rossa circa 8 volte meno massiccia del nostro Sole a 4,2 anni luce di distanza (è la stella più vicina alla Terra).

Nonostante in passato si ipotizzava che la presenza di pianeti extrasolari orbitanti attorno a stelle doppie fosse improbabile, scoprirono Proxima b ad una distanza tale da inserirlo nella fascia abitabile. Ma non era tutto. Un cambiamento ciclico nella luce di Proxima Centauri era compatibile con l’esistenza di un secondo pianeta, che in assenza di prove certe venne denominato Proxima c.

Ora, gli astronomi potrebbero aver catturato per la prima volta la sua immagine, come documentato sulla rivista Astronomy & Astrophysics. “Questo pianeta è estremamente interessante perché Proxima Centauri è una stella molto vicina al sole“, afferma l’autore principale Raffaele Gratton dell’Osservatorio Astronomico di Padova. Ma confermare l’esistenza di un mondo richiede talvolta mesi o addirittura anni. Concentrandosi sulla posizione prevista di Proxima c e sulla separazione dalla sua stella all’interno di immagini multiple catturate dallo spettrografo SPHERE ad alto contrasto installato sull’unità 3 (UT3) del Very Large Telescope, i ricercatori sono stati in grado di individuare 19 potenziali aspetti del pianeta.

L’oggetto sarebbe almeno sette volte la massa della Terra, che lo catalogherebbe come un mini Nettuno“, spiega Sara Seager, professore di scienze planetarie presso il Massachusetts Institute of Technology. L’oggetto sembra anche essere da 10 a 100 volte più luminoso di quanto dovrebbe essere un pianeta della sua massa. Questa luminosità potrebbe derivare da una grande quantità di polvere che circonda il pianeta, forse in un vasto sistema ad anello che è 3-4 volte più grande di quello di Saturno.

Sarebbe un enorme sistema ad anello attorno a una stella relativamente vecchia“, afferma l’astrofisico Bruce Macintosh dell’Università di Stanford. “È certamente possibile che cose del genere esistano, ma essendo la prima scoperta, dovrebbe indicarci una situazione molto frequente“, aggiunge.

Questo rilevamento, pertanto, avrebbe profonde implicazioni per la nostra comprensione del sistema planetario più vicino al nostro. Inoltre in caso di conferma, rivelerebbe l’inclinazione dell’orbita di Proxima c rispetto alla sua stella, la composizione atmosferica e l’angolo orbitale del pianeta più vicino a Proxima Centauri.

Uno scienziato deve però mettere in conto che l’immagine possa rappresentare soltanto un rumore di fondo. Pertanto, altri astronomi stanno trattando la scoperta potenziale con molta cautela. Purtroppo la pandemia in corso di Coronavirus sta facendo slittare la verifica, dal momento che la maggior parte degli Osservatori mondiali, incluso il VLT, non sono operativi.

Fonti bibliografiche e fotografiche: Davide De Martin e Mahdi Zamani, Pixabay

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it