Published On: Mer, Lug 15th, 2020

Una nana bianca ‘insolita’ sfreccia nella Via Lattea

Una nana bianca, in seguito alla sua esplosione, è stata lanciata fuori dalla sua orbita in direzione opposta alla sua compagna gravitazionale, e sta ora precipitando attraverso la nostra galassia.
E’quanto sostiene un recente studio dell’Università di Warwick pubblicato negli avvisi mensili della Royal Astronomical Society.

Le nane bianche sono ciò che resta di stelle massicce dopo che queste hanno perso i loro strati più esterni in seguito all’esplosione finale della loro esistenza. La maggior parte di esse presenta atmosfere quasi interamente ricche di idrogeno o elio, con tracce di carbonio o ossigeno ricavati dal nucleo.

La ricerca, tuttavia, ha rivelato che la stella, denominata SDSS J1240 + 6710 e scoperta nel 2015, mostra una composizione atmosferica assolutamente insolita: essa è priva di idrogeno ed elio, ma anche di ferro, nichel, cromo e manganese. Elementi che costituiscono le caratteristiche distintive delle supernove termonucleari.
La stella è composta da un insolito mix di ossigeno, neon, magnesio, e silicio, ed inoltre utilizzando il telescopio spaziale Hubble, gli scienziati hanno anche identificato carbonio, sodio e alluminio, prodotti nelle prime reazioni termonucleari di una supernova. Ciò suggerisce che la stella è esplosa solo parzialmente rispetto alle tipiche supernove di tipo Ia.

Gli scienziati sono stati in grado di misurare la velocità della nana bianca e hanno scoperto che sta viaggiando a 900.000 chilometri all’ora. Ha anche una massa particolarmente bassa – solo il 40% della massa del nostro Sole – che sarebbe coerente con la perdita di massa causata da una supernova parziale.

Le caratteristiche di questa stella ci suggeriscono che proviene da un sistema binario vicino ed è esplosa come una supernova insolita“, spiega l’autore principale dello studio, il professor Boris Gaensicke del Dipartimento di Fisica. “Entrambe le stelle sono state spazzate via in direzioni opposte alle loro velocità orbitali come in una sorta di fionda“, aggiunge.

Le supernovae di “Tipo Ia”, hanno portato alla scoperta dell’energia oscura, e ora vengono abitualmente utilizzate per mappare la struttura dell’universo. Ma ci sono prove crescenti, tra cui quella descritta in questo studio, che esse possono esplodere in condizioni molto diverse.

Senza il nichel radioattivo che alimenta il bagliore persistente delle supernove di Tipo Ia, l’esplosione che ha fatto precipitare SDSS1240 + 6710 attraverso la nostra galassia avrebbe generato un breve lampo di luce che sarebbe stato difficile da scoprire.

La difficoltà di tali osservazioni è che risulta relativamente semplice osservare la stella in seguito alla sua esplosione, ma non è facile conoscere le sue proprietà prima che esplodesse.

Tuttavia, studiare questi eventi nella nostra Via Lattea ci aiuterà a capire le miriadi di supernove che vediamo esplodere in altre galassie.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it