Published On: Sab, Dic 19th, 2020

Scoperta una nuova cometa radente di Kreutz durante la recente eclissi solare

Poco prima della recente eclissi totale di Sole il cui percorso di totalità ha interessato l’america meridionale, l’astronomo dilettante thailandese Worachate Boonplod, ha scoperto una piccola cometa oltre il Sole grazie ad un progetto finanziato dalla Nasa.

La scoperta è arrivata 24 ore prima l’evento e il corpo roccioso è stato chiamato C/2020 X3 (Soho) dal Minor Planet Center. E’ una cometa radente, originatasi da un’antica cometa madre che si suddivise in piccoli frammenti più di mille anni fa.

Credit: ESA / NASA / SOHO / Andreas Möller (Arbeitskreis Meteore eV) / elaborato da Jay Pasachoff e Roman Vanur / Joy Ng.

LE COMETE RADENTI DI KREUTZ – Correva l’anno 1888 quando l’astronomo Heinrich Kreutz scoprì che alcune comete, seguendo la stessa orbita, transitavano molto vicine al Sole.

Oggi note come “comete radenti di Kreutz”, sono corpi rocciosi ghiacciati delle più svariate dimensioni che possono essere disgregate dalla nostra stella o sopravvivere a diversi perieli, anche se quasi sempre soggette alla disgregazione a causa delle intense forze mareali.

Sino alla fine degli anni ’70 ne furono individuate soltanto una dozzina, ma a partire dal 1979 gli occhi degli strumenti in orbita cominciarono ad identificarne a grappoli.

SPETTACOLI CELESTI – Alcune di esse sono note per aver generato spettacoli mozzafiato, rendendosi visibili anche in pieno giorno. La più brillante del secolo scorso apparve nel mese di Ottobre del 1965: venne denominata Ikeya-Seki e assunse una luminosità pari a 10 volte quella della luna piena. L’ultima degna di nota, la Lovejy, diede spettacolo nel cielo australe alla fine del 2011. Ad oggi se ne conoscono oltre 4100.

La cometa, nel bel mezzo dell’eclissi, viaggiava a 450.000 miglia all’ora a 2,7 milioni di miglia dalla fotosfera solare con una dimensione di circa 50 piedi. Le sue ridotte dimensioni non le hanno permesso di superare l’intensa radiazione solare, che l’ha disgregata poche ore prima di raggiungere la sua minima distanza dalla nostra stella.

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- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it