Published On: Ven, Ago 26th, 2022

Ambiente: cosa sentiamo poco in campagna elettorale, ma vorremmo dalla politica

Tempo di elezioni e purtroppo tempo di promesse che non sempre potranno essere mantenute. In tale occasione vorremmo, però, lanciare un appello alle forze politiche che scenderanno in campo per le prossima tornata elettorale affinché su Ambiente e Territorio si faccia realmente qualcosa di concreto per il bene del Paese.

Ahinoi dalle prime fasi della campagna elettorale stiamo però già assistendo a teatrini che sono poco concreti. Sentiamo spesso proporre modelli e soluzioni a problemi ormai superati, non perseguibili o meramente populisti. A livello globale stiamo vivendo una crisi climatica che in qualche modo è strettamente connessa con l’energia, settore anch’esso in crisi. Dobbiamo però dire che se la crisi climatica in  non è un tema in cui la maggioranza dei partiti stia mettendo l’accento, così come per la tutela ambientale e la protezione del territorio, sulla crisi energetica, visto che si riflette direttamente oggi sulle tasche dei cittadini almeno se ne parla.

AMBIENTE, UN TEMA POCO TRATTATO

I temi ambientali sono da sempre una tematica poco trattata in Italia, nonostante abbia invece pesanti riflessi sulla qualità della vita, sulla salute e sulle tasche dei cittadini. Proprio per questo dovrebbe essere un tema bipartizan e non relegato a qualche partito dedicato. La cartina di torna sole della nostra politica è la poca importanza data negli anni al dicastero che ha avuto poca incisività nelle scelte. Il cambio di nome da Ministero dell’Ambiente a Ministero della Transizione Ecologica ha visto, a nostro modesto avviso, quasi un passo indietro. Un Paese delicato e fragile come l’Italia dovrebbe avere una attenzione maggiore a queste tematiche, ma l’attenzione mediatica arriva solo durante le calamità naturali e poi si esaurisce tutto in qualche settimana o mese. A tal proposito vi proponiamo dunque alcuni temi ambientali tornati in ombra su cui vorremmo che la politica ponesse l’accento.

DEPURAZIONE DELLE ACQUA, SIAMO ANCORA IN INFRAZIONE

Iniziamo dall’acqua un bene prezioso che questa estate con la siccità ha mostrato le sue criticità. In particolare sulla depurazione abbiamo ancora dei grandi problemi e diversi comuni non sono allacciati a depuratori o depurano male. A causa di ciò continuiamo ogni anno a pagare milioni di euro per le procedure di infrazione che l’Europa apre nei nostri confronti. Sul tema non c’è traccia nei programmi, ma questo problema oltre ad essere un grave danno per l’ambiente, il mare e le acque superficiali si ripercuote anche sulla salute umana, oltre che sulle tasche dei cittadini. I soldi delle infrazioni li paghiamo con i denari dei nostri tributi. La campagna di Legambiente che analizza e monitora ogni anno le nostre coste ci da, anche quest’anno, un quadro impietoso. Riuscirà in futuro la politica a porre rimedio a questo grave problema di inquinamento?

DIFESA DEL SUOLO, IL 94% DEI COMUNI ITALIANI SONO A RISCHIO

Limonte Piemonte dopo l’evento calamitoso del 2020 (Credit Corriere Torino)

Come ci indica l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente, il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto idraulico-geologico, dunque soggetto a frane ed esondazioni. Di questo tema ce ne accorgiamo spesso in autunno, con le piogge che coinvolgono a macchia di leopardo l’intero Paese. Qualcosa è stato fatto negli ultimi anni, ma servirebbero azioni molto più coraggiose e probabilmente impopolari. Molte strutture, sia abusive che non, sono poste all’interno di alvei di fiumi e torrenti e/o sotto frana e dunque non possiamo poi stupirci quando accadono le tragedie. Ruspa!! Come diceva qualcuno? Impopolare, ma necessario! Qualche anno fa era stato istituita la struttura “Italia Sicura”, ma il Governo successivo l’ha smantellata e oggi nei programmi elettorali non vi è praticamente traccia di questi temi. La memoria è molto corta e purtroppo assisteremo, con l’acuirsi dei cambiamenti climatici, a molte ripercussioni sui nostri territori non messi in sicurezza.

RISCHIO SISMICO, UNO DEI PAESI PIU’ A RISCHIO DEL MEDITERRANEO

Mappa pericolosità sismica Italia (Fonte INGV)

Sempre i tecnici ISPRA affermano che l’Italia è colpita ogni 5 anni da un sisma disastroso. Cinque anni sono proprio il tempo di una normale legislatura e nonostante questa alta frequenza, anche questo è un tema trattato solo in occasione di eventi tragici. Vedi il 2009 con il sisma dell’Aquila e il 2016 con quello del Centro Italia. L’Italia è una dei paesi a più alto rischio sismico nel Mediterraneo, e anche in questo caso, gran parte dei Comuni italiani, è soggetto ad alta pericolosità. Effettivamente ci sono strumenti incentivanti come il sisma bonus che aiutano e hanno aiutato i cittadini ad adeguare sismicamente la propria abitazione, ma andrebbero fatte campagne di sensibilizzazione più massicce e spesso, con le difficoltà burocratiche, questi strumenti di sostegno non sono così sfruttati. Diciamo dunque che gli incentivi spesso ci sono, ma manca una campagna “promozionale”. Ricordiamoci inoltre che abbiamo interi borghi molto delicati con storia secolare e patrimoni culturali immensi che non è facile adeguare e mettere in totale sicurezza senza una azione concreta e dedicata. Non trascuriamo poi l’abusivismo e la “mala-edilizia” che in passato ci ha consegnato strutture nuove, ma costruite con materiali scadenti o diverse dal progetto. Tornando alla campagna elettorale, nonostante ci stiamo ancora leccando le ferite del sisma del 2016 in Centro Italia, di questo argomento non c’è traccia. E anche in questo caso quello che non facciamo in prevenzione oggi ci troveremo a spenderlo dopo in misura più che raddoppiata. 

RIFIUTI E RIDUZIONE DELLA PLASTICA

Rifiuti a Roma, 2022 (Credit Corriere.it)

I rifiuti sono un altro tema molto attuale e atavico e se in alcune zone del Paese abbiamo l’eccellenza nella raccolta differenziata, in molti comuni i rifiuti sono un vero problema. Vedi ad esempio Roma. Ci vorrebbe anche qui una massiccia campagna di sensibilizzazione sul tema, poiché produciamo una grande quantità di rifiuti, troppi. In Italia ogni anno in media un italiano produce 488 kg pro capite. La raccolta differenziata dovrebbe essere scontata, ma non è scontato il concetto di riduzione della produzione dei rifiuti ed è lì che bisogna lavorare. Su questo argomento oltre ad esserci un problema strutturale di discariche e di gestione, è necessario  un salto culturale sulla scelta ad esempio di prodotti che riducono l’utilizzo di imballaggi. In particolare per la plastica possiamo dire che solo l’ex Ministro dell’Ambiente Costa aveva davvero iniziato una battaglia, ma dopo quella piccola pausa più nulla. Si potrebbe poi fare molto di più con i rifiuti organici utilizzandoli per la produzione di biogas e di fertilizzanti naturali, ma questi progetti stentano a decollare. La politica dovrebbe sapere bene che il tema rifiuti costa sulla società in termini sia di salute che di soldi pubblici, oltre che di decoro urbano. A tal proposito, contando che il nostro Paese vive anche di turismo, le nostre città non sono sempre un bel bigliettino da visita. Concludiamo che anche su questa tematica non vediamo stracciarsi le vesti in campagna elettorale.

RIDUZIONE CO2 E QUALITA’ DELL’ARIA

Estratto Campagna “Mal d’Aria” Legambiente 2022 – Città più inquinate.

Di riduzione di CO2 di certo se ne sente parlare tanto, ma la strada per una vera decarbonizzazione è lunga ed in salita. Questo tema è strettamente legato al mondo dell’energia ed è qui che bisogna agire, ma non solo. La produzione di energia elettrica è ancora fortemente legata alle fonti fossili, seppur il nostro Paese ha centrato sempre gli obiettivi della UE. Sulle rinnovabili non siamo messi così male, ma la crescita non sarà facile per via della burocrazia e di una certa avversione ad alcuni nuovi impianti. In questa campagna elettorale ci viene propinato invece il nucleare, ma non è di certo una rapida risposta ed efficace alla riduzione immediata della CO2. Il futuro ci parla di energia distribuita e non centralizzata dove ognuno dovrà fare la sua parte e quindi non ci aspettiamo più grandi centrali, ma piccoli impianti. In campo energetico, non c’è però solo l’energia elettrica, ma anche il tema riscaldamenti. La maggior parte degli impianti domestici sono a gas o a gasolio e le soluzioni non sono semplicissime. Bisognerebbe ancora investire nella riduzione degli sprechi energetici e sul massiccio utilizzo del fotovoltaico e del solare termico per scaldare l’acqua. Spesso ci sono gli strumenti incentivanti, ma manca la formazione culturale verso i cittadini e su questo la politica potrebbe fare molto. Oltre alla CO2 non dimentichiamo però l’inquinamento di altri gas in particolare nei grandi centri urbani. In inverno,  in pianura padana e nei grandi centri, abbiamo altissime concentrazioni di gas tossici e particolati. Anche qui Legambiente ogni anno redige la campagna “Mal d’aria” con risultati purtroppo non positivi. Per ridurre questi inquinanti bisogna lavorare sulla mobilità con politiche di mobilità condivisa e sostenibile e migliorare l’efficienza degli impianti di riscaldamento. Se ne parla di questi temi? No si preferisce fare battute sui monopattini elettrici.

AREE PROTETTE

Aree protette in Italia (Credit Research gate)

In ultimo tocchiamo la protezione della natura dove assistiamo al silenzio assoluto. Le aree protette sono una parte fondamentale del nostro Paese che tutelano gli ecosistemi più pregiati e delicati e danno anche una buona spinta al turismo. In passato abbiamo invece assistito a riperimetrazioni (in riduzione) di alcuni Parchi Nazionali e un depauperamento delle risorse destinate a questi enti di protezione. In molti paesi stranieri i parchi naturali sono diventati un volano per il turismo di qualità, ma ancora nel nostro Paese non ci crediamo abbastanza. La protezione della natura e della biodiversità sono alla base di un Paese moderno che guarda alle generazioni future. Non è sufficiente piantare alberi senza un criterio, ma bisogna promuovere la ricerca scientifica affinché sia la natura stessa a riprendersi luoghi e spazi che l’uomo ha sottratto e depauperato. E poi pensiamoci bene lo stesso che ne beneficerebbe da queste politiche sarebbe l’uomo stesso. Dunque in sostanza anche sulle aree protette c’è un silenzio assordante e preoccupante. 

Ci fermiamo qui, seppur consci, che abbiamo scorso solo alcuni argomenti e l’elenco delle criticità non è di certo esaustivo. Ci piacerebbe però che di questi argomenti o meglio politiche, se ne parlasse e si agisse di più. Spesso però le soluzioni non avendo riflessi a breve termini non trovano sufficientemente “appeal” nella politica. Auspicheremmo delle azioni concrete sulla tutela dell’ambiente poichè le azioni su di esso sono tutte volte al preservare la salute, l’incolumità dei cittadini, così come ridurre la spesa pubblica temi che dovrebbero essere sacrosanti per chi ha a cuore la cosa pubblica.

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45