Published On: Sab, Ott 15th, 2022

L’alluvione nelle Marche non era prevedibile

Un mese fa una tragica alluvione ha colpito le Marche ed in particolare le ingenti piogge hanno mandato in crisi il bacino del torrente Misa. Purtroppo il tributo di vittime è stato ingente e l’evento ha colto di sorpresa cittadini, tecnici ed amministratori.

Le domande dopo le tragedie sono sempre tante. Fra tutte spicca sempre quella se l’evento fosse prevedibile. In particolare questa domanda ha assunto ancora più enfasi dal fatto che il giorno prima era stata diramata “solo” una allerta gialla. Seppur questo colore significhi comunque che possono essere attesi fenomeni localmente intensi e pericolosi, per quello che è successo le persone si sarebbero aspettate una allerta rossa. Ricordiamo che si tratta sempre di previsioni, non di certezza, ma di certo oggi alcuni fenomeni riescono ad essere previsti, ma altri ancora no. 

Dunque a questa domanda ha provato a rispondere il Politecnico di Torino che ha analizzato i dati pluviometrici della stazione meteorologica di Cantiano (PU), uno dei centri più colpiti dall’evento estremo. I dati, paragonati ai nubifragi storici, confermano l’eccezionalità dell’evento e quindi si risponde in fretta al fatto che un evento così estremo non era prevedibile.

L’analisi definisce la severità relativa e cioè viene rapportato il singolo evento agli eventi passati in loco da quando ci sono registrazioni. Dalle analisi effettuate la magnitudo dell’evento è stata sia localmente eccezionale, ma pare che l’evento del 15 settembre non abbia precedenti in Italia. Questo dato dunque rafforza la teoria della difficoltà di prevedere fenomeni così localizzati dovuti a temporali. Inoltre non può passare inosservato il tema dei cambiamenti climatici che anche sul nostro Paese sta già iniziando a lasciare diverse tracce.

Bacino del Misa e perturbazione localizzata sullo stesso (Fonte DPCN)

Tornando dunque all’evento questi fenomeni avvengono quando un temporale si concentra su un piccolo bacino per un tempo più o meno prolungato. Il tutto può anche essere accentuato dalla morfologia del bacino, così come dall’antropizzazione. Quindi in base a certe condizioni la cosa può diventare devastante per il territorio che viene colpito. In particolare il bacino del Misa ha una forma allungata dunque tutto le acque si concentrano velocemente sulla linea di valle accrescendo le portate del corso d’acqua e generando le cosiddette “flash flood” (alluvioni lampo) che sono per definizione poco prevedibili. Molti ricorderanno, nell’agosto del 2018,  la tragedia delle gole del Raganello in Calabria. Quel giorno, nel borgo di Civita (CS) a valle del torrente noto per il rafting, non pioveva, mentre all’interno del bacino un temporale localizzato ha fatto crescere la portata così rapidamente che ha generato una piena. Il risultato? Le portate estreme hanno portato via 10 vittime fra i tanti escursionisti che erano partiti ignari vedendo la bella giornata a valle.

Cosa è possibile dunque fare? Questo weekend è il weekend di “Io non rischio” l’evento che ogni anno organizza la Protezione Civile insieme ai suoi volontari per sensibilizzare la popolazione sui rischi, fra cui quello idraulico-geologico. Nelle varie piazze d’Italia potrete trovare i volontari per parlare con loro e farvi raccontare quali sono le buone pratiche.

La popolazione che vive in aree ad alto rischio idraulico-geologico deve essere adeguatamente formata per agire correttamente durante le emergenze, così come a loro volte le amministrazioni devono fornire ai propri cittadini le informazioni e tenere aggiornato il Piano di Protezione Civile Comunale. Solo così, anche in caso di mancata previsione, si riescono a ridurre gli impatti sulla popolazione. 

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About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45