Published On: Dom, Nov 27th, 2022

Avvistata la Lince sulle Alpi Occidentali

Se ormai il lupo è una presenza fissa su tutto l’arco alpino e appenninico, la presenza della lince era data per probabile sulle Alpi Orientali, ma le testimonianze erano pochissime (una in Trentino). Qualche giorno fa è stato finalmente avvistato e fotografato un individuo nella Val d’Ayas in Valle d’Aosta (Alpi Pennine). La presenza della lince nella vicina svizzera conta una popolazione di circa 250 individui e così qualcuno di questi ha sconfinato in Italia. La massima diffusione di questo animale in Europa si ha in Scandinavia, ma è anche presente nei Balcani.

Foto dell’avvistamento in Valle d’Aosta a novembre 2022 (Credit Aostasera)

La lince si era estinta in Italia ad inizio ‘900. Così come tanti predatori selvatici, intrisi di leggende nere, sono stati sterminati fra ‘800 e ‘900 dall’uomo. Oggi, a distanza di un secolo, l’Italia è ricca di aree protette e si stanno rigenerando habitat adatti alla fauna selvatica andando a ricreare gli equilibri ecologici. La quantità di cibo abbonda per i predatori e per questo sono attirati nel nostro Paese, mentre il lupo che non si è mai estinto in Italia si è spostato dall’Appennino per andare sulle Alpi avendo a disposizione una quantità enorme di cibo (ungulati o suidi).

Per chi non conoscesse la lince eurasiatica (Lynx lynx) è un felino simile di fatto ad una sorta di gatto selvatico, da non confondere però con la versione selvatica dei gatti che vive nei nostri boschi (con rare apparizioni).  Di dimensioni più grandi di un gatto può pesare fino a 30 kg e può essere alta 50 cm al garrese. Particolari sono le sue orecchie con un ciuffo. La lince è una specie molto solitaria e elusiva, per questo non è facile vederla e cerca sempre aree boschive fitte. E’ un felino puramente carnivoro e non si ciba di vegetali. 

Questi avvistamenti fanno ben sperare gli amanti della natura perché sono sinonimo di habitat sani che si stanno rigenerando da secoli di sfruttamento. L’altro lato della medaglia di questa rinaturalizzazione è anche dovuto all’abbandono della montagna, ma forse un buon equilibrio di convivenza fra uomo e natura possono essere la giusta soluzione per il futuro. Avevamo già affrontato il tema delle buone pratiche di sviluppo della montagna. Quindi la speranza è dunque che la lince vanga a stare stabilmente sulle nostre montagne. Dunque bentornata lince!

Fonti consultate: Aostasera, Grandicarnivori.provincia.tn.it

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45