Published On: Mer, Feb 8th, 2023

Terremoto Turchia e Siria: l’analisi del sismologo

Il violento sisma che ha colpito TurchiaSiria si è verificato all’intersezione di tre placche tettoniche: quella anatolica, quella araba e quella africana.
Com’è noto il movimento delle placche ne aumenta la pressione lungo i confini, con un rilascio improvviso che scuote la crosta terrestre. E poiché l’Arabia si sta spostando verso Nord, ossia verso l’Europa, si genera uno slittamento verso ovest della placca anatolica, su cui si trova la Turchia.

LA FAGLIA DELL’ANATOLIA ORIENTALE

È probabile che il terremoto si sia verificato su una delle principali faglie che segnano i confini tra la placca anatolica e quella araba: la faglia dell’Anatolia orientale, una grande struttura geologica con movimento sinistrorso e orientamento NE-SW che si genera dal punto triplo Maras, dove incontra la faglia trasforme del Mar Morto.
Ogni anno quest’area produce molti eventi tellurici, ma quello del 6 Febbraio ha avuto una magnitudo significativamente più elevata rispetto ai precedenti eventi.
Lo United States Geological Survey (USGS) afferma che dal 1970 solo tre terremoti di magnitudo superiore a 6 si sono verificati entro 250 chilometri da questa località.

SCALA DI MAGNITUDO DEL MOMENTO SISMICO

I sismologi moderni usano la scala della magnitudo momento, che rappresenta la quantità di energia rilasciata da un terremoto (la scala Richter è obsoleta, anche se a volte viene citata erroneamente nelle notizie). Questa scala non è lineare: ogni incremento rappresenta un’energia rilasciata 32 volte superiore. Ciò significa che un terremoto di magnitudo 7,8 rilascia effettivamente circa 16.000 volte più energia rispetto ai terremoti di magnitudo 5 che potrebbero verificarsi normalmente nella regione.

Tendiamo a pensare all’energia del terremoto come proveniente da un singolo punto, detto epicentro, ma in realtà questa è causata dal movimento lungo un’area di faglia. Più grande è il terremoto, più grande sarà l’area di faglia che sarà stata interessata. In questo caso è probabile che ci sia stato movimento su un’area lunga circa 190 chilometri e larga 25. Ciò significa che la crosta terrestre si è spostata di circa 10 metri.

Le due scosse maggiori sono state avvertite in tutto il mondo lungo il confine della placca tettonica, mentre quelle più leggere sono state avvertite sino a Istanbul, Baghdad e Il Cairo, distante 950 chilometri.

REPLICHE

Dopo i grandi terremoti si verificano scosse di intensità minore che prendono il nome di repliche. Ciò accade perché la crosta si riadatta ai cambiamenti avvenuti. Tali scosse possono continuare per giorni, ma in alcuni casi anche per anni.

Nelle prime 12 ore dopo la scossa iniziale nel sud-est della Turchia si sono verificati altri tre terremoti di magnitudo superiore a 6.0. La prima è stata di 6,7, avvenuta solo 11 minuti dopo la prima scossa, la seconda di magnitudo 7.5 più a nord, su un sistma di faglie diverso ma adiacente: la faglia di Sürgü.
Tecnicamente questo evento è stato abbastanza potente da essere considerato un terremoto a sé stante, anche se è probabile che sia stato innescato dal primo e genererà la propria serie di repliche. Sebbene le repliche siano in genere significativamente inferiori alla scossa principale, possono avere conseguenze altrettanto devastanti, danneggiando ulteriormente le infrastrutture danneggiate dal primo terremoto e ostacolando gli sforzi di soccorso.

About the Author

- Giornalista scientifico, iscritto all'ordine nazionale dal 2013, si occupa di cronaca scientifica dal 2011, anno di inizio del praticantato. Dal 2007 al 2014 ha condotto degli studi mesoclimatici sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica e sull’esondazione del cold air pool. Contatti: renato.sansone@geomagazine.it